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MIELE, UNA NICCHIA DI GRANDE INTERESSE ... DA OGGI (FINO AL 23 GENNAIO) CONGRESSO NAZIONALE DEGLI APICOLTORI ITALIANI IN PIEMONTE

Sulle tavole degli italiani si consumano ogni anno quasi 400 grammi di miele a testa, con grande attenzione alle diversità botaniche (acacia, castagno, agrumi, eucalipto, girasole …), con un interesse ed una conoscenza in continua crescita tra il grande pubblico; nel settore operano ben 50.000 apicoltori, con 1,1 milioni di alveari che ospitano una popolazione di 55 miliardi di api; il giro d’affari dell’apicoltura italiana è di 60 milioni di euro, ma arriva a 2,5 miliardi di euro se si considera il servizio di impollinazione fornito dalle api all’agricoltura e all’ambiente. La fotografia del settore arriva oggi dal Congresso dell’Apicoltura professionale italiana (fino al 23 gennaio), di scena in Piemonte, sul Lago Maggiore, ad Arona (Novara).
L’apicoltura ha, da qualche giorno, anche una nuova legge-quadro: “è un avvenimento “storico” - spiega il presidente dell’Unaapi (Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani), Francesco Panella - per la nostra apicoltura. Questa legge arriva a distanza di quasi 80 anni dalla precedente. La speranza è che, oltre a fare chiarezza in questo importante settore della nostra agricoltura, porti un incremento nella capacità produttiva del nostro Paese che, non dimentichiamolo, produce solo il 50% del proprio fabbisogno di miele. Fondamentale sarà anche far conoscere meglio il prodotto ed informare i consumatori che lo acquistano: sull’etichetta del miele deve essere indicata chiaramente la sua origine, a garanzia di genuinità e trasparenza, per distinguere il miele italiano artigianale di qualità da quello industriale o importato”.
Con questo provvedimento l'apicoltura è ora, a tutti gli effetti, oltre che attività ambientale, anche attività agricola. L’apicoltura è inoltre da oggi riconosciuta a tutti gli effetti “attività di interesse nazionale” utile per la conservazione dell’ambiente e della biodiversità: circa cinquanta miliardi di api saranno più protette, garantendo così l’impollinazione di 22 mila specie di piante selvatiche, oltre a quelle coltivate.

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