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NEL 2006 NASCE IL “NUOVO” GRUPPO ITALIANO VINI (GIV). MA E' ANCORA LONTANA LA QUOTAZIONE IN BORSA, CHE COMUNQUE DOVREBBE RIMANERE NEI PROGRAMMI DELLA SPA

Conto alla rovescia per la trasformazione del Gruppo Italiano Vini in una società per azioni: con lo scoccare della mezzanotte del nuovo anno, i soci della cooperativa vitivinicola brinderanno alla nascita ufficiale di Giv Spa, il nuovo ramo aziendale entro il quale saranno conferite tutte le attività commerciali (marchi, partecipazioni con società estere, contratti e reti di vendita) del maggiore produttore italiano di vini.

“Il processo che ci ha portato a questo punto è stato lungo e faticoso - ha spiegato a WineNews, Rolando Chiossi, presidente della Gruppo Italiano Vini - sono diversi anni che stiamo lavorando in questa direzione. La molla che ci ha convinto a prendere questa strada è stata il desiderio di crescere oltre i livelli raggiunti fino ad ora”.

Nel 2004, il Gruppo Italiano Vini, che si contende con la Caviro (più nota come l’azienda del Tavernello) il primato italiano per volumi di produzione e giro d’affari, ha fatturato 236 milioni di euro, un risultato in crescita del 2,8% sul 2003. Ottimo, se si considerano la stagnazione dei consumi sul mercato interno italiano e la concorrenza a livello internazionale.

“La maggior parte del nostro fatturato viene dalle esportazioni, circa il 70% della nostra produzione -prosegue Chiossi - ma siamo determinati a espanderci ancora. Vogliamo aumentare il nostro fatturato, inoltrandoci in nuovi mercati come il Far east (la Cina, ndr) e l’unico modo che avevamo per crescere era cambiare struttura societaria, lasciandoci alle spalle la struttura cooperativa”.

Difficilmente i soci di una cooperativa agricola hanno le risorse economiche necessarie a investimenti da grande industria. Infatti, il passo successivo sarà l’ingresso di un grande partner finanziario, una banca o un fondo di private equity, nella Giv. “Ma per questo bisognerà aspettare fino al 2008, quando sarà completata la seconda tranche del grande piano di rilancio industriale”. Se tutto andrà secondo i ritmi prefissati, tra due anni anche le attività industriali, ovvero le 15 cantine di produzione sparse su tutta la penisola, entreranno nella Giv Spa. L’unico ramo di business che resterà ancora sotto il controllo della cooperativa sarà quello prettamente agricolo.

“Nel 2008, quando anche le cantine finiranno sotto il controllo della Spa, faremo un importante aumento di capitale per permettere a un socio esterno di diventare azionista e finanziarci”. Quanto allo sbarco in Borsa, Chiossi sottolinea: “se ne è parlato tanto, ma per ora è prematuro. Non lo escludiamo, ma vedremo tra due anni”. Il 24 gennaio 2006, all’Hotel Four Season di Milano, l’amministratore delegato di Giv Emilio Pedron e il presidente Chiossi incontreranno i media proprio per delineare nei minimi dettagli tutta l’operazione.

Nerina Rocco

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