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NEL 2008 +38% DI IMPORT PER IL VINO ITALIANO IN RUSSIA, DOVE PIACE DI PIU’ IL ROSSO, CON BRUNELLO, BAROLO E AMARONE IN TESTA, E SI PREVEDE UNA CRESCITA DEI CONSUMI: ARRIVA IL “VINITALY RUSSIA”, VETRINA DEL MADE IN ITALY, DI SCENA A MOSCA OGGI

Italia
I russi vanno pazzi per i grandi vini italiani

Le importazioni di vini italiani in Russia nel 2008 sono cresciute del 38%, dove a piacere sempre di più è il rosso, con Brunello di Montalcino, Barolo e Amarone in testa, e dove la battuta d’arresto registrata ad inizio 2009 sulla scia della crisi internazionale, non sembra scongiurare una forte crescita dei consumi prevista per il futuro: con questi dati e numeri promettenti parte l’edizione n. 6 di “Vinitaly Russia”, vetrina internazionale dell’enogastronomia made in Italy, promossa da Veronafiere, Buonitalia Spa, Unione Italiana Vini e Unaprol in collaborazione con l’Ice-Istituto Nazionale per il Commercio Estero, di scena a Mosca oggi e domani, con oltre 60 aziende tra cantine, consorzi e importatori, protagonisti di incontri, workshop e momenti di formazione su una piazza che vede crescere di anno in anno il consumo dei vini italiani e apprezza sempre di più i prodotti del Bel Paese, come la pasta e l’olio extravergine d’oliva.

“Nel primo trimestr, c’é stato un momento di riflessione nel mercato russo - sottolinea il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani - ma ci sono già segnali di ripartenza. Tutte le crisi sono momenti di cambiamento. Dopo 10 anni di crescita tumultuosa, questo momento di ripensamento può farci capire meglio come crescerà il mercato russo. La Russia è un mercato sensibile per le piccole e medie imprese, sul quale occorre avere una presenza continuativa e di sistema - prosegue Mantovani - e con Vinitaly World Tour, a Mosca in calendario dal 2004, che opera da oltre un decennio in Usa, India, Giappone, Cina a cui si aggiungono nel 2009 Corea del Sud e Singapore, la Fiera di Verona svolge una forte azione promozionale del sistema vitivinicolo, volta a favorire il processo di internazionalizzazione del vino italiano e del made in Italy gastronomico, sempre più apprezzato nel mondo”.

“L’apprezzamento che il vino italiano continua a riscuotere nel mondo lo rende un prodotto trainante per tutto il settore agroalimentare del nostro Paese - spiega il presidente di Buonitalia Spa, Walter Brunello - per questo è importante lavorare al fianco di Vinitaly, ponendo l’accento su produzioni di qualità, non solo proponendole nella loro capacità di rappresentare il territorio di provenienza, ma affiancandole a diverse produzioni alimentari di altrettanta levatura egualmente rappresentative della capacità tutta italiana di mantenere un costante legame tra produttività e territorialità”. Tuttavia, tra le debolezze del Paese, secondo il direttore Ufficio e coordinatore Rete Uffici Ice nella Federazione Russa, Armenia, Bielorussia, Georgia e Turkmenistan Roberto Pelo, “c’é la mancanza di grandi strutture di logistica e quindi sarebbe importante pensare a delle piattaforme logistiche”.

Nel 2007 in Russia si sono consumati più di 1 miliardo di litri di vino, con una crescita del 70% in 10 anni e un consumo medio pro-capite di 7 litri l’anno. Per la “Research agency for federal and regional alcohol market”, il consumo di vino crescerà a ritmi tali da raggiungere in pochi anni i livelli dell’Europa occidentale: il Paese si lascerà insomma alle spalle l’idea del russo bevitore di vodka. Secondo quanto emerge dal centro studi Vinitaly di Veronafiere, il consumatore russo sembra preferire i vini più economici (meno di 5 euro a bottiglia) e di provenienza locale (Ucraina), che rappresentano il 60% del mercato. Per l’80%, comunque, i vini venduti nel Paese sono rossi e in questo caso i nomi italiani più noti ai consumatori di fascia alta sembrano essere il Brunello di Montalcino, il Barolo e l’Amarone. In Russia si importa il 60% del vino consumato, soprattutto dalla Bulgaria, che ha più del 25% del mercato. L’Italia si attesta al quarto posto nell’importazione dei vini fermi, con quasi il 7%, dietro Francia e Spagna.

“Sempre più consumatori russi apprezzano l’olio extravergine d’oliva 100% italiano che rappresenta la punta più avanzata della domanda di prodotti di eccellenza - sottolinea Massimo Gargano, presidente di Unaprol, il consorzio olivicolo italiano che da anni condivide un accordo di internazionalizzazione con Veronafiere per la promozione di tale prodotto nel mondo - la Russia rappresenta un mercato strategico ed è passata dai 3,4 milioni di euro in valore del 2004 ai 10 milioni del 2008 con un incremento del 22,3% con proiezioni interessanti anche per l’anno in corso”.

Vinitaly Russia è pensato come un workshop continuativo dove le aziende incontrano la catena del valore presente sul territorio: operatori, ristoratori, dealers, distributori e opinion leader hanno la possibilità di partecipare ai seminari organizzati da Dp Trade e da European Art of Taste. Parallelamente l’Unione Italiana Vini organizza un convegno per scoprire le “Potenzialità dei vini di qualità sul mercato russo” e presenta il progetto europeo dedicato ai consumatori nell’ambito dell’incontro “The Next Quality Experience”: con un reddito tra i più alti fra le grandi economie emergenti, il potere d’acquisto nelle grandi città russe è ormai comparabile a quello dei principali Paesi industrializzati. Ed è in costante crescita una nuova elite sempre più attenta alla qualità, capace di apprezzare il mangiar bene, ma che si mostra anche sensibile al fascino dei prodotti “status symbol”, attraverso i quali manifestare il grado di benessere raggiunto.

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