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MARKETING TURISTICO

Per rilanciare l’Oltrepò Pavese le parole sono terme, castelli e vino. Ma soprattutto fare rete

Un progetto di grandi investimenti a cui sta lavorando Regione Lombardia con imprenditori ed importanti realtà del territorio
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Nuovi e importanti investimenti per il rilancio dell’Oltrepò (ph: Edoardo Vaccaroli)

Di progetti di “rilancio” dell’Oltrepò se ne contano a decine. Quasi tutti, di fatto, incompiuti. Per un territorio storico del vino italiano, vocatissimo per una varietà di grande successo mondiale come il Pinot Nero (tanto che il 75% del Pinot Nero italiano è coltivato qui), che tra divisioni interne, inchieste e scandali, non è mai riuscito ad affermarsi ai livelli che la sua storia più remota ed il suo potenziale vinicolo consentirebbero. Ma oggi una strada nuova - dove il vino non è il solo, ma uno degli ingredienti più importanti, abbinato a benessere e cultura - viene battuta da istituzioni e banche. Terme, castelli e vino sono infatti le parole-chiave per il rilancio dell’Oltrepò Pavese, a cui sta lavorando Regione Lombardia, insieme ad imprenditori ed importanti realtà del territorio. Ma, soprattutto, l’imperativo è fare rete, a vantaggio di una zona il cui potenziale turistico non è ancora adeguatamente espresso: l’intenzione è attrarre nuovi investitori per calamitare migliaia di turisti, anche dall’estero.
Tre le direttrici principali del piano condiviso tra Regione e stakeholders ci sono la riattivazione del patrimonio termale locale, il rilancio della filiera enogastronomica in chiave enoturistica e l’apertura al pubblico dei numerosi castelli delle Colline Pavesi. Finora quasi tutti chiusi al pubblico, questi “gioielli di storia” possono essere adibiti a strutture ricettive di altissima qualità, per pernottamenti, matrimoni, convention, convegni e sfilate di moda. Ma il focus principale sarà il benessere termale, di cui l’Oltrepò mira a diventare capofila nell’area sud della Lombardia. Partecipa a questa squadra anche “Terme Italia” guidata da Massimo Caputi, che, anche grazie al know-how gestionale acquisito con Terme di Saturnia (marchio storico riconosciuto dal Ministero dello Sviluppo Economico) ha avviato un progetto di creazione di un network di centri termali a livello nazionale. Autorizzati dal Ministero della Sanità, includono terapie di prevenzione, cura e riabilitazione in un’ottica di “benessere globale’” Una strategia condivisa anche con il Ministero del Turismo, interessato a rilanciare il turismo termale. Per le Terme di Salice, importante fulcro di sviluppo dell’intero Oltrepò, “Terme Italia” sta valutando un primo investimento importante ed un secondo di notevole entità, suddivisi tra acquisizione ed esecuzione di lavori per la creazione di un “Polo del Ben Essere”. Il Polo integrerà, in più fasi, tre diverse strutture oggi chiuse (l’ex stabilimento Termale di Salice Terme, l’ex Nuovo Hotel Terme e il Parco delle Terme), per un’offerta termale sinergica ed una molteplicità di servizi, dal leisure al wellness, dal beauty allo sport, fino al medical.
Se restano riservate le cifre dell’investimento complessivo, sono, invece, noti i numeri relativi al potenziale valore turistico dell’Oltrepò Pavese: 50 tra castelli storici e borghi, 1.700 aziende vitivinicole, 3.500 imprese agroalimentari, con 18 prodotti tipici riconosciuti e 100 itinerari. Percorsi dai nomi che richiamano storia, natura e benessere: la Via del Sale, la Costa del Vento, il Sentiero delle Fontane. E la religione: sono 13 i sentieri spirituali e 60 chiese, sulle orme di Sant’Agostino, Sant’Alberto e San Colombano, che sono valsi a Pavia il nome di “Crocevia dei cammini religiosi d’Europa” da parte della Commissione Europea. Al benessere ci pensano le terme, con acque ricche di proprietà curative già utilizzate dai romani: a Rivanazzano, Miradolo, Montescano e Salice (di prossima riapertura). Proprio per finalizzare il progetto Barbara Mazzali, Assessore al Turismo e Marketing territoriale di Regione Lombardia, con Matteo Casagrande Paladini, direttore generale di “Colline e Oltre”, società di promozione turistica nata nel 2021 (partecipata al 51% da Intesa Sanpaolo e al 49% da Fondazione Banca del Monte di Lombardia) e Stefano Antonio Zaghis, vicepresidente e responsabile dello sviluppo di “Terme Italia”, hanno partecipato ad una serie di incontri sul territorio. “Castelli, rocche e borghi sono tesori di storia custoditi nelle verdi colline pavesi, ornate da schiere di vigneti che niente hanno da invidiare a quelli del Monferrato. Questa è anche terra di antichi casali e torri, non meno affascinanti e attrezzati di quelli della Toscana - ha dichiarato l’Assessore al Turismo della Regione Lombardia, Barbara Mazzali - un quadro che attrae e cattura la vista conquistando anche i sensi dei visitatori, con terme note fin dall’epoca romana per le loro acque curative. Senza dimenticare un’enogastronomia locale fatta di vini d’eccellenza e salumi Dop che completano un’offerta di benessere a 360 gradi. La sfida è portare qui migliaia di turisti, tanti stranieri che, sono certa, si innamoreranno di questi luoghi, come della Versilia, delle Langhe e dei nostri Laghi”.
Alla società “Colline e Oltre” il compito di realizzare il marchio “Tavole Oltrepò”, un’associazione di osti del territorio costituita da 16 ristoratori con lo scopo di operare per il rilancio della ricettività turistica locale. “Gli obiettivi tracciati mirano alla creazione di una Dmo (Destinazioni Management Organization) per l’Oltrepò Pavese - ha sottolineato Matteo Casagrande Paladini, direttore generale di “Colline e Oltre” - che veda il coinvolgimento di stakeholder privati e pubblici, la collaborazione tra gli operatori della filiera enogastronomica e turistica, l’attrazione di nuovi investitori nazionali e internazionali”. “La visione che ci contraddistingue come Terme Italia è olistica - ha spiegato Stefano Antonio Zaghis, vicepresidente e responsabile dello sviluppo di “Terme Italia” e trae spunto dall’integrazione fra i concetti di relax, Sia e medical, intesa come medicina preventiva, curativa, riabilitativa, che avranno come minimo comune denominatore la valorizzazione delle diverse e preziose acque termali: salsobromoiodiche, sulfuree e solfate-calciche. La complementarità dei servizi a cui stiamo lavorando ha come obiettivo la creazione di una destinazione termale sinergica con il territorio, volta a destagionalizzare i flussi turistici, grazie anche alla capacità di presa in carico dei nostri clienti che saranno posti al centro dei nostri programmi di benessere” . E chissà che sia la volta buona per la riaffermazione dell’Oltrepò come distretto vinicolo importante, quale, potenzialmente, è.

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