Il vino, tutt’altro che una cosa da aperta campagna: nessuna “eresia”, si sa che l’habitat naturale della vite è la natura, ma vista l’urbanizzazione moderna, e la necessità di rendere le città più verdi, sono sempre più diffusi vigneti urbani, che siano spazi che si sono salvati dalla cementificazione, come la Vigna Reale di Villa della Regina di Torino, i Vigneti della Laguna di Venezia, la Vigna del Parco Archeologico di Pompei, i Vigneti di Siena, la Vigna di San Martino di Napoli, il Vigneto Pusterla di Brescia, ma anche il “Clos Montmartre” Parigi, e il vigneto urbano di Vienna, o che siano, come in questo caso, spazi ritagliati in mezzo alle città, in cui il vigneto diventa parte dell’architettura della città. Stiamo parlando del “vigneto ferroviario” di Shiojiri, in Giappone, piantato nel 1988, e che oggi vedrà, come si legge sul magazine britannico The Drinks Business, imbottigliato e venduto il suo vino. Proprio alla stazione dei treni della città nel territorio di Nagano, che ospita le regioni vinicole di Chikumagawa, Kikyogahara, Alpi Nihon e Tenryugawa, tra i binari 3 e 4 della stazione, erano stati piantati delle viti, cresciute su delle pergole, per fare pubblicità proprio al carattere enoico della regione. Della loro gestione si è sempre occupato il personale delle ferrovie e dai residenti, ma l’uva non era mai stata trasformata in vino. Nel 2019, poi, la svolta: per celebrare l’anniversario n. 60 della nascita della città di Shiojiri, è stata fatta la vendemmia con lo scopo di farne nascere del vino. Il risultato sono 100 bottiglie esclusive, prodotte in una cantina locale, che verranno rilasciate sul mercato questo mese.
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