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PREZZI: CROLLA IL LATTE (-12%) MA CRESCONO I FORMAGGI. LO DICE LA COLDIRETTI

Nel 2009 sono crollate del 12% le quotazioni del latte alla stalla riconosciute agli allevatori ma la riduzione non si è trasferita al consumatore che è costretto a pagare di più i formaggi (+0,2%) per le distorsioni e le inefficienze nel passaggio dalla stalla allo scaffale della grande distribuzione: emerge da un’analisi della Coldiretti (relativa all’andamento dei prezzi nei primo trimestre 2009 sulla base dei dati Ismea) nella giornata nazionale degli allevamenti italiani con decine di migliaia di allevatori in piazza e di fronte ai centri commerciali in tutte le principali regioni di produzione per salvare le stalle italiane e i primati qualitativi e di sicurezza del made in Italy, con una capillare “operazione verità”.

La moltiplicazione dei prezzi colpisce i consumatori costretti a contenere gli acquisti e gli allevatori costretti a chiudere le stalle perché non riescono più a coprire i costi di produzione, ma apre anche le porte agli inganni: la metà delle mozzarelle in vendita sugli scaffali della grande distribuzione sono fatte - denuncia la Coldiretti - con latte straniero mentre un quarto addirittura da semilavorati industriali (cagliate).

In Italia - precisa la Coldiretti - si producono 11 miliardi di chili di latte ma vengono importati ben 1,3 miliardi di chili di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 13 milioni di polvere di latte destinate ad alimentare la vendita di formaggi del finto made in Italy all’insaputa dei consumatori.

Un’ambiguità che sfrutta la mancanza di trasparenza sulla quale fa business la grande distribuzione commerciale, alla quale la Coldiretti chiede di separare negli scaffali il vero made in Italy da quello taroccato.

La Coldiretti è impegnata nel progetto per costruire una “filiera agricola tutta italiana” per la vendita del prodotto agricolo “100 per 100 italiano” firmato dagli agricoltori, attraverso la più estesa rete commerciale nazionale che coinvolge 2.000 mercati e 2.000 punti di vendita delle cooperative, mille dei consorzi agrari, cinquemila agriturismi e diecimila aziende agricole, ma coinvolgerà anche la rete della ristorazione a chilometri zero e la distribuzione che intenderà partecipare. Un impegno per smascherare il finto made in Italy e combattere le inefficienze e le speculazioni per assicurare acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori che ad oggi per ogni euro speso dai cittadini in alimenti ricevono appena 17 centesimi.

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