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ATTUALITÀ

Protesta agricoltori a Sanremo, l’apertura di Amadeus. Al Bano: “andate e dite la vostra verità”

A WineNews, il cantante e produttore appoggia il malcontento manifestato dal mondo agricolo: “se vogliamo mangiare bene, aiutiamoli”

Dalle campagne ed i presidi fuori dalle città al palco più prestigioso d’Italia, dalle strade dove clacson e motori dei trattori si fondono, in un coro univoco, per difendere la professione, all’elegante scalinata dove scendono le voci della canzone italiana. Il Festival di Sanremo e gli agricoltori si avvicinano, adesso non resta che aspettare le prossime mosse ufficiali per sapere se le voci della protesta finiranno in diretta nell’evento più seguito dell’anno. Gli agricoltori, in agitazione da giorni, avevano lanciato un appello, mettendo nel “mirino”, dopo Roma, anche Sanremo, dove domani parte il Festival e su cui si catalizzerà l’attenzione dell’Italia intera. E, dall’iconico Teatro Ariston della “Città dei Fiori”, gli agricoltori vorrebbero mandare il loro messaggio, fatto di cambiamenti e nuove proposte per un settore che “non ce la fa più”.
Ma le luci del palco più ambito, ma anche delicato, d’Italia non possono essere più considerate come una chimera per il mondo agricolo nazionale, considerato che, proprio poco fa, in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’evento, Amadeus, direttore artistico e presentatore del Festival, ha aperto alla possibilità di ospitare i manifestanti. “Trovo la protesta dei trattori assolutamente giusta, sacrosanta, per il diritto al lavoro e alla tutela del proprio posto di lavoro. Ma nessuno mi ha contattato e non ho contattato nessuno”, ha detto il famoso volto televisivo, aggiungendo poi la frase decisiva: “se vengono li faccio salire sul palco”. Frase arrivata dopo che Fiorello si era così espressso: “sarebbe bello che arrivassero, perché un palcoscenico come Sanremo non lo trovi tutti i giorni. Per cui - ha scherzato lo showman - faccio un appello a tutti a venire qui. Lo sai sì, chi sarà il primo della fila? Al Bano”. E proprio il cantante famoso in tutto il mondo, artista che a Sanremo ha scritto pagine di storia, ma anche agricoltore e viticoltore nella sua tenuta di Cellino San Marco, in Puglia, è intervenuto sul tema di attualità più dibattito in Italia, ai microfoni di WineNews, dopo che, qualche giorno fa, aveva lanciato una “provocazione”, suggerendo agli agricoltori di sfruttare la visibilità del Festival per fare sentire la propria voce, e, di fatto, schierandosi dalla loro parte. Se arrivassero a Sanremo, sarebbe “una sacrosanta marcia per sensibilizzare il mondo politico verso l’agricoltura, che da sempre è una specia di “cenerentola”, maltrattata. Si sorregge sostanzialmente solo sulla passione, sulla tradizione e sulla radice contadina che l’Italia ha”
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Al Bano conferma, a WineNews, quanto detto recentemente sulla condizione economica difficile degli agricoltori, “da fame o quasi”, e su come siamo arrivati a questa situazione individua la causa sulla “disattenzione sempre da parte della politica”, mentre agli agricoltori, se andranno sul palco dell’Ariston, consiglia di “dire qual è la loro verità, il perché scendere con i trattori in mezzo alle strade e non nei campi, una deviazione sacrosanta. Se vogliamo mangiare bene, e sempre, aiutiamo gli agricoltori”. Sanremo che, da un punto di vista artistico, sembra aver perso il feeling con quelle scene di vita quotidiana, in cui a pieno titolo rientrano la convivialità e, quindi, il cibo e le tradizioni agricole, almeno a leggere i testi in gara. Per Al Bano “c’è sempre l’evoluzione che non si smentisce mai, Sanremo da sempre non è solo musica ma qualcosa di più”. E qui ricorda il 1984, anno in cui, con l’allora moglie Romina, vinse il Festival con “Ci sarà”, edizione ricordata anche per l’invito di Pippo Baudo ai metalmeccanici in contestazione di salire sul palco e dare loro voce. Corsi e ricorsi storici che potrebbero tornare di attualità con il settore primario. Ma Al Bano rifiuta di fare da “testimonial” alla protesta, non vuole ricoprire il ruolo di “capo popolo”, la ribalta spetta solo ai contadini. “Io sono con gli agricoltori, ma non voglio apparire, la forza deve essere degli agricoltori, mentalmente sarò con loro ma non voglio approfittare di una situazione del genere”.

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