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“Rapporto ristorazione” Fipe-Confcommercio: il 28,5% delle imprese del settore guidato da donne

La sostenibilità al centro dell’imprenditoria femminile, ma dal 2019 la ristorazione ha perso 98.000 posti di lavoro occupati da donne
FIPE CONFCOMMERCIO, RISTORAZIONE FEMMINILE, Non Solo Vino
I pubblici esercizi guidati dalle donne in Italia

Il settore della ristorazione si conferma tra i più virtuosi in Italia per numero di imprese guidate da donne: come racconta l’ultimo rapporto Unioncamere, il 22,8% delle imprese del Belpaese sono in mano a donne, ma se si fa riferimento ai soli pubblici esercizi, come dimostrano i dati del “Rapporto ristorazione” curato da Fipe-Confcommercio, nel 2021 le attività a titolarità femminile sono risultate 112.752, il 28,5% del totale. Un dato incoraggiante, che sottolinea l’impegno delle donne nel settore della ristorazione, ma che può ancora essere migliorato.

“Il fondo per l’imprenditoria femminile istituito dal Ministero per lo Sviluppo Economico, e finanziato per 160 milioni di euro grazie ai fondi del Pnrr e per gli latri 40 milioni grazie a fondi statali, gioca un ruolo determinante”, sottolinea Valentina Picca Bianchi, presidente del Gruppo Donne di Fipe-Confcommercio. “I contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati sono destinati alle imprenditrici che hanno il desiderio di creare realtà virtuose, ad alto tasso di innovazione di prodotto e processo, ma anche ad alta sostenibilità. A questo si aggiunge l’attività costante della Fipe, che ha messo in campo programmi di empowerment, cultura finanziaria e cultura d’impresa in generale allo scopo di consolidare il radicamento delle aziende femminili già attive e favorire la nascita di nuove realtà. Tutte con il minimo comune denominatore della sostenibilità, che nel nostro settore si traduce in attenzione per la filiera agroalimentare di qualità e l’applicazione dei contratti di lavoro più tutelanti e riconosciuti”.

Una delle priorità è infatti recuperare il gap di manodopera femminile qualificata che si è persa negli ultimi due anni di pandemia. Nella ristorazione, rispetto al 2019, si sono persi oltre 98.000 posti di lavoro precedentemente occupati da donne, il 19,3% del totale. “Rimettere queste persone al lavoro anche attraverso lo sviluppo di progetti innovativi - conclude Picca Bianchi - è la condizione ineludibile per dare futuro e prospettiva al settore”.

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