Il 30 novembre 2022 la Commissione Europea ha pubblicato la proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, che - come ricordano Federvini e Confagricoltura - contiene disposizioni in materia di riduzione, riuso, riciclo ed etichettatura, e che presenta numerose criticità, a partire dal ricorso al riuso anziché al riciclo e la standardizzazione degli imballaggi. La proposta di regolamento, infatti, prevede, dal 1 gennaio 2030, l’obbligo del riuso, e quindi che, su 100 bottiglie immesse nel mercato europeo, da 5 a 10 dovranno essere riutilizzabili, e l’azienda avrà l’obbligo di contribuire alla realizzazione e mantenimento di un regime che raccoglie, lava, sanifica e riconsegna le bottiglie agli utilizzatori. Proposte che, da mesi, sono al centro dell’agenda e delle preoccupazioni della filiera del vino, perché, come spiega Micaela Pallini, presidente Federvini “la riciclabilità sarà misurata in base a criteri di progettazione che saranno stabiliti successivamente dalla Commissione europea, senza la consultazione degli operatori. Se fra questi criteri sparirà quello legato alla funzione di presentazione del prodotto rischiamo di perdere le forme e il design che oggi caratterizzano molti dei nostri prodotti”.
Un’altra insidia si annida nell’obbligo di minimizzazione: entro il 1 gennaio 2030 tutti gli imballaggi dovranno ridurre al minimo peso e volume. “Nel nostro settore gli imballaggi, le bottiglie, svolgono una funzione peculiare: non sono solo un mero contenitore, sono veicolo di presentazione al consumatore di prodotti unici, che si differenziano gli uni dagli altri per territorio di provenienza, storia, tradizioni, inoltre, le moderne tecnologie hanno permesso di ridurne il peso di oltre il 30%”, dice ancora la presidente Federvini.
Gli imballaggi impiegati nel settore vitivinicolo sono prevalentemente bottiglie di vetro - quindi riciclabili al 100% - ed, inoltre, l’Italia, nel 2023, ha raggiunto un tasso di riciclo del vetro pari all’88%, a fronte di un obiettivo Ue al 70% entro il 2025. Studi universitari (Università di Wageningen e Politecnico di Milano) dimostrano che il riuso ha performance ambientali migliori del riciclo (vuoto a rendere vs vuoto a perdere) solo entro brevi distanze (non più di 175-200 km), e il vino è un prodotto vocato all’export. “Dati che non solo vanificano i benefici attesi dai Commissari europei - dice il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - ma evidenziano in modo inequivocabile la necessità di valutare con molta attenzione l’introduzione di divieti su alcune tipologie di imballaggio, di tassi obbligatori di materiale riciclato e di obiettivi e target di riutilizzo. Tutte queste misure andrebbero ponderate avvalendosi di evidenze scientifiche a supporto delle decisioni anche in relazione alle ricadute economiche di settori strategici e iconici come quello del vino, e considerando tutte le esternalità ambientali, e anche quelle in termini di sicurezza alimentare e qualità organolettiche, determinanti per il settore”.
Per l’etichettatura, la Commissione Ue propone di inserire su tutti gli imballaggi informazioni armonizzate per consentirne una corretta gestione e smaltimento. Sosteniamo l’armonizzazione delle indicazioni relative all’etichettatura ambientale degli imballaggi da fornire tramite gli strumenti digitali: “oggi - conclude il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - abbiamo chiesto al Governo e ai deputati italiani al Parlamento Europeo di mobilitarsi per tutelare le imprese del settore e l’intero sistema produttivo del Paese, in tutte le sedi del negoziato, affinché vengano superate le rilevanti criticità riscontrate nella proposta di Regolamento”.
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