“È il vino bandiera dell’azienda e della Valpolicella ed è più vicino alla tavola rispetto all’Amarone”. Così Marco Sartori che, con sua sorella Francesca, gestisce l’azienda familiare di Mezzane di Sotto, descrive il suo Valpolicella Classico, e aggiunge: “negli anni man mano abbiamo ridotto la percentuale di uve leggermente appassite”. Il ché lo rende sempre più legato al territorio e meno al metodo e in linea con la filosofia aziendale riportata sulle etichette: “Capire ed interpretare territorio, ambiente e vitigno è la base per ottenere vini eccellenti, riconoscibili e con personalità”. Nella 2016, bell’annata classica, ci sono sia concentrazione sia freschezza, caratteristiche rappresentative della Valpolicella orientale e dell’azienda. Un vino “da evoluzione” che tra 4-5 anni, a saperlo aspettare, sarà addirittura migliore. Risultati qualitativi che discendono anche dalla scelta di riservare 8 ettari dei vigneti aziendali, sui 12 totali destinati ai vini Valpolicella, a produrre solo le uve per il Superiore, senza selezionare i grappoli da mettere a riposo per l’Amarone. Questa scelta conferisce al vino particolare concentrazione, annunciata visivamente dal rubino carico per la presenza nel blend di Croatina e Oseleta (8%). Al naso colpisce la complessità: dalla ciliegia alle spezie con ritorni di note tostate. In bocca è polputo, bilanciato da un certo nerbo acido e persistente.
(Clementina Palese)
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