Mentre le economie del mondo sono in ginocchio, in un quadro legato alla pandemia sempre più complesso, chi ha investito in certi vini può regalarsi almeno un piccolo sorriso. Ed a conferma del trend che, da inizio anno, vede i grandi vini italiani essere gli unici a vedere i proprio indici in positivo, arrivano dall’analisi del Liv-Ex, riferimento del mercato enoico secondario, sui vini che si sono rivalutati di più da inizio anno. Ebbene, a guidare la classifica sono due etichette italiane, il Sassicaia 2009, quotato 1.900 sterline a cassa, con una crescita del +17,3%, davanti ad un altro mostro sacro dell’enologia del Belpaese, il Sorì San Lorenzo 2011 di Gaja, a 3.206 sterline, ed una crescita del 16,6%. Sul gradino più basso del podio c’è il Corton Charlemagne Bonneau Martray 2015, a 2.010 sterline (+12,3%), davanti ad un altra coppia italiana, il Sassicaia, con l’annata 2013, a 1.680 sterline, ed una crescita del 12%, ed il Solaia 2013 di Antinori, a 1.800 sterline, con una crescita del +11,8%. Al n. 6, dal Rodano, l’Ermitage Domain Jean Louis Chave 2010 a 4,548 sterline (+10,8%), davanti all’ultimo degli italiani in top 10, il Masseto 2007 a 6,540 sterline (+8,9%). A chiudere la classifica il vino più celebre di Spagna, il Vega Sicilia Unico 2009 a 2,392 sterline (+8,5%), l’Ermitage Pavillon 2015 di Chapoutier a 2.400 sterline (+5,3%) e lo Chateauneuf du Pape 2009 di Beaucastel a 600 sterline (+1,7%).
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