Se nel 2013 il “mantra” del mondo del vino è stato “sostenibilità”, nel 2014 il “leitmotiv” (che poi è strettamente collegato alla sostenibilità stessa), potrebbe essere “l’agrometeorologia”, ovvero lo studio più approfondito della meteorologia in relazione all’agricoltura e alla viticoltura. A dirlo a WineNews Leonardo Valenti, docente di viticoltura all’Università di Milano. “Il motivo è semplice: abbiamo delle anomalie climatiche diverse ormai ogni anno - spiega Valenti - e per gestire bene il vigneto, la cosa migliore da fare è imparare a conoscere meglio, e possibilmente prevedere, quali problematiche si possono avere in un’annata agricola. E mettere insieme le informazioni per trovare di volta in volta, in maniera più efficace possibile, gli strumenti per gestire la situazione. Anche perché oggi, quelle che determinano di più le caratteristiche del prodotto, sono proprio le situazioni climatiche. Che possono, di fatto stravolgere tutte le convinzioni, dai sistemi di potatura alla gestione del suolo, per esempio, a secondo della piovosità, della temperatura e così via”. E visto che, a quanto pare, l’“anomalia” sta diventando sempre di più la regola, la conoscenza e la ricerca si devono adeguare di conseguenza.
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