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SEMPRE PIU’ IN CRISI IL SETTORE DELLE NOCCIOLE: IL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE CHIEDE UFFICIALMENTE ALLA COMMISSIONE EUROPEA INTERVENTI URGENTI E MIRATI PER IL RILANCIO DEL COMPARTO

La crisi di mercato del comparto delle nocciole non si ferma, con pesanti ripercussioni per i produttori interessati. Per far fronte ad una situazione che sta divenendo sempre più insostenibile per le imprese, su proposta di Coldiretti, il Ministero delle Politiche Agricole ha inviato nei giorni scorsi una richiesta ufficiale alla Commissione Europea proprio per sollecitare interventi urgenti mirati a promuovere il rilancio del comparto.

L’Unione Europea è il secondo produttore mondiale di nocciole, ma nonostante questo, in Italia il livello dei prezzi all’origine, per il prodotto in guscio, fa registrare i valori più bassi dal 2004. La stessa Turchia ha visto diminuire il prezzo medio delle nocciole importate rispetto alle ultime campagne, attestandosi sui livelli del 2004. Il mercato, a livello mondiale, sta scontando la crescita del raccolto 2008, superiore alla campagna precedente di circa il 25%, la quale è andata a sommarsi all’esorbitante quantitativo di nocciole ancora stoccate in Turchia provenienti dalle campagne precedenti (oltre 300.000 tonnellate). Limitandosi alle prime 19 settimane del 2009, sono state ben 26 le segnalazioni del Rasff (Rapid Alert System for Food and Feed) su partite di nocciole turche nell’Ue, quasi 1,5 partite non conformi alla settimana, con una fortissima prevalenza delle segnalazioni della Germania (15).

Vista la difficile situazione, sia di mercato che a livello sanitario, che sta attraversando il comparto ed in assenza di una strategia complessiva per il settore, il Ministero delle Politiche Agricole, concorde con Coldiretti, ha richiesto i seguenti interventi: un osservatorio comunitario permanente sulle nocciole, che consenta un attento monitoraggio della situazione di mercato, sia per l’acquisizione di dati “certi” e tempestivi sulle produzioni e sulle importazioni di nocciole turche, sia sui prezzi e sulle condizioni in cui essi si formano, per verificare se esistono fenomeni di “cartello” tra operatori commerciali a danno dei produttori; il rafforzamento dei controlli qualitativi e fitosanitari alle frontiere, affinché questi avvengano in condizioni di trasparenza e obiettività e le nocciole importate (in guscio, sgusciate e lavorate) rispettino le stesse norme imposte dall’Unione Europea. Questo in particolare è un punto su cui la Coldiretti insiste molto, poiché l’aumento dei controlli è la miglior tutela per il prodotto nazionale.

La Coldiretti sollecita “Una posizione netta nei confronti della Dg Sanco per evitare la possibile modifica della Decisione 20061504, che prevede particolari controlli sui prodotti della frutta in guscio provenienti dalla Turchia, innalzando i limiti massimi consentiti di aflatossine, come richiesto dalla Turchia e dal Codex Alimentarius. Un aumento delle tolleranze sulle aflatossine - che agevolerebbe le importazioni delle nocciole turche sul mercato comunitario - metterebbe a serio rischio la salute dei consumatori, visto l’elevato numero di non conformità delle produzioni turche (nocciole, ma anche pistacchi e fichi secchi); la previsione dell’indicazione obbligatoria dell’origine per tutti i prodotti trasformati a base di nocciole, per una corretta informazione al consumatore, rendendo così possibile effettuare acquisti consapevoli”. Secondo la Coldiretti, questi obiettivi saranno raggiungibili “Con una pressione politica sul Governo turco, rendendo più concreti i già esistenti, ed altrimenti inutili, incontri bilaterali con l’Ue, allo scopo di migliorare le condizioni dell’offerta sul mercato internazionale, cercando di evitare che pratiche commerciali azzardate o eccessivamente aggressive da parte turca pregiudichino il reddito dei produttori comunitari”. Infine bisognerà “Promuovere la conoscenza delle proprietà antidepressive ed anticolesterolo delle nocciole e della frutta in guscio in genere, per rilanciare il consumo del prodotto”. La Coldiretti monitorerà “Da vicino l’evolversi della proposta ministeriale pronta per far sì che l’Unione Europea applichi interventi concreti che consentano una ristrutturazione del settore ed una conseguente ripresa economica per le imprese”.

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