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Sgravi contributivi del 100% per agricoltori under 40, “bonus verde”, distretti del cibo, iva agevolata per le carni e non solo: l’agricoltura nella legge di bilancio 2018, che inizia il suo iter in Parlamento

La Legge di Bilancio 2018, dopo il via libera del Governo, inizia il suo percorso in parlamento. E non sono poche le misure che riguardano direttamente o indirettamente anche il comparto agricolo.

Da segnalare, innanzitutto, i previsti sgravi contributivi per gli under 40: per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali con età inferiore ai 40 anni, è previsto lo sgravio del 100% per 3 anni, poi del 66% per il quarto anno e del 50% per il quinto, di contributi assicurativi e pensionistici per le nuove iscrizioni nella previdenza agricola effettuate tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2018.
Una misura importante, per promuovere l’imprenditoria in agricoltura, che si aggiunge a quelle già note. Dall’ormai celeberrimo “bonus verde”, che per il 2018 prevede detrazioni fino al 36% della spesa per la sistemazione del verde urbano in giardini privati, balconi e aree condominiali, fino a 5.000 unità immobiliare, con gli sconti fiscali ripartiti in 10 quote annuali, e con un impatto potenziale stimato dal Governo di 1,2 miliardi di euro, soprattutto sul settore del florovivaismo (che secondo le stime di Agrinsieme vale 2,6 miliari di euro in termini di produzione agricola e conta 100.000 addetti, il 10% degli occupati agricoli complessivi), alla proroga di tre anni per l’agevolazione Iva prevista per gli allevatori che vendono animali vivi, bovini o suini, destinati alla macellazione. In particolare vengono alzate per tre anni le percentuali di compensazione per la macellazione di bovini (al 7,7%) e di suini (8%). Con una postilla importante, però: l’agevolazione non può comportare minori entrate superiori a 20 milioni di euro ogni anno.
A proposito di Iva, piace evidentemente a tutti il blocco dell’aumento generale delle aliquote, almeno per il 2018, anche se rimane previsto un aumento di 1,5 punti sia nel 2019 che nel 2020 per l’aliquota del 10% (quella che riguarda anche la somministrazione di cibi e bevande, ndr), e di 2,2 punti nel 2019 e di altri 0,7 nel 2020 per l’aliquota del 22%. Stop anche all’aumento delle accise, almeno fino al 2019.
Confermata anche l’istituzione dei “distretti del cibo”, per promuovere “lo sviluppo territoriale, la coesione e inclusione sociale, favorire l’integrazione di attività caratterizzate dalla prossimità territoriale, di garantire la sicurezza alimentare riducendo anche l’impatto ambientale, di
ridurre lo spreco alimentare e di salvaguardare il paesaggio rurale. Ad individuarli saranno le Regioni, che dovranno comunicarli al Ministero delle Politiche Agricole che costituirà un apposito registro nazionale, funzioneranno come i contratti di distretto previsti dalla legge 289 del 2002, con un budget di 5 milioni di euro per il 2018, e poi di 10 milioni all’anno dal 2019 in poi. Tra le altre misure, per il 2020 è stato indetto il Censimento Generale dell’Agricoltura n. 7, e dal 2021 il Censimento permanente dell’agricoltura.

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