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SÍ DELLA COMMISSARIA EUROPEA FISCHER BOEL ALL’ORIGINE DEI PRODOTTI IN ETICHETTA. MA FEDERDOC, SUL FRONTE VINO, NON E’ SODDISFATTA. TUTTO OK PER CONFAGRICOLTURA

Estendere l’etichettatura che identifica il luogo in cui è stato ottenuto il prodotto agricolo: è questo uno dei punti forti del documento di raccomandazioni varato oggi dalla Commissione Europea su proposta della responsabile per l’agricoltura Mariann Fischer Boel, che vede anche il consenso del Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia. L’obiettivo è rafforzare la politica di qualità per rendere il settore agroalimentare più competitivo.
Queste le raccomandazioni che dovranno essere esaminate: estendere l’etichettatura che identifica il luogo in cui è stato ottenuto il prodotto agricolo; introdurre termini come “prodotto di montagna” e “prodotto tradizionale” che potrebbe sostituire le “specialità tradizionali garantite”; istituire un unico registro per tutte le indicazioni geografiche (vini, bevande alcoliche e prodotti agricoli e alimentari), preservando la specificità di ciascun regime; migliorare i sistemi di etichettatura, in particolare per i prodotti biologici; a livello internazionale aumentare la tutela delle indicazioni geografiche, contribuendo a sviluppare le disposizioni per le norme di commercializzazione e i prodotti biologici; elaborare “buone pratiche” per i sistemi di certificazione privati, per ridurre la potenziale confusione nei consumatori e gli oneri amministrativi per gli agricoltori.
Ma secondo Federdoc, la confederazione dei Consorzi per la tutela delle denominazioni dei vini italiani, la Commissione europea “ha perso un’occasione per rafforzare il sistema delle indicazioni geografiche (Ig) per i vini con denominazione d’origine (Do) europei” nel documento di orientamenti varato oggi per rafforzare la politica di qualità agroalimentare nell’Ue.
La presa di posizione è comune ai produttori italiani, francesi, spagnoli e portoghesi. I produttori, in particolare, si rammaricano “dell'assenza di una proposta concreta sul ruolo degli organismi responsabili delle Do e delle Ig” nella gestione della produzione.
“Le indicazioni geografiche - spiega Riccardo Ricci Curbastro, presidente della Federdoc - hanno bisogno di poter gestire una crescita ragionevole per mantenere la loro reputazione e contribuire al dinamismo economico e sociale di molte regioni europee. Senza questa possibilità - prosegue - il settore intero è sottoposto alla logica industriale che privilegia la quantità alla qualità”. Aspettiamo quindi - sottolinea Ricci Curbastro - delle proposte legislative concrete da parte della Commissione su questo punto”. Inoltre, le quattro organizzazioni ritengono “non accettabile” l’idea della Commissione Ue di fondere i concetti di Dop e di Igp, che rappresentano delle realtà ben diverse.

La posizione - “Green Paper”: Confagricoltura ok indicazione in etichetta del luogo di origine del prodotto. Razionalizzare le denominazioni d’origine? “Sì, ma valorizzando sempre l’alta qualità”
Confagricoltura valuta positivamente i contenuti della comunicazione della Commissione Europea sul “green paper”, che ha l’obiettivo di ottimizzare l’efficacia dei sistemi di commercializzazione e di qualità dei prodotti agricoli. Uno dei punti cardine del documento - ha commentato il presidente della Confagricoltura, Federico Vecchioni - è la raccomandazione rivolta agli Stati membri di prevedere nell’etichettatura l’identificazione del luogo in cui è stato ottenuto il prodotto agricolo: “è un passo avanti determinante per migliorare la comunicazione sulla qualità dei prodotti agricoli e rinsaldare il collegamento tra agricoltori e consumatori”.
“Le proposte - ha sottolineato Federico Vecchioni - vanno nella direzione di dare maggiore evidenza al lavoro degli agricoltori europei che rispettano alcuni dei requisiti di produzione più rigorosi del mondo per quanto riguarda la tutela dell’ambiente, il benessere degli animali nonché, l’uso di antiparassitari e di medicinali veterinari”.
Altro aspetto di rilievo sollevato dal documento europeo è la necessità di rendere l’etichetta maggiormente usufruibile da parte dei consumatori, dando maggiore coerenza e semplicità ai diversi sistemi europei di etichettatura e di certificazione. “Questi obiettivi non sono solo esigenze dei consumatori - ha detto il presidente di Confagricoltura - ma anche degli agricoltori, che spesso devono confrontarsi con sistemi di certificazione numerosi, complessi, diversi tra i vari Stati membri e spesso costosi”.
Per questo motivo, Confagricoltura guarda con attenzione alla proposta di istituire un unico registro per tutte le indicazioni geografiche (per i vini, le bevande alcoliche e i prodotti agricoli e alimentari): “è auspicabile la razionalizzazione ma si deve comunque preservare la specificità di ciascun regime, garantendo nel tempo i maggiori standard qualitativi”.
La comunicazione della Commissione Europea dovrà essere ora trasposta in atti legislativi che Confagricoltura auspica, possano essere rapidamente adottati dalle istituzioni europee.

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