Il discusso decreto del 29 maggio 2001 - che delega ai consorzi di tutela i controlli sulla tracciabilità di filiera - è ormai nella sua fase di matura operatività e il direttore del Consorzio del Chianti Classico ne traccia un primo bilancio: “il piano di controllo dei consorzi sta funzionando bene soltanto “due gatti” non lo hanno accettato, mentre la gran parte dei produttori e delle organizzazioni di categoria lo considerano una cosa seria. I 14 ricorsi di illegittimità contro i consorzi - prosegue Liberatore - sono stati tutti quanti respinti dal Tar del Lazio. Con la vendemmia 2005 anche i 28 consorzi, autorizzati di recente dal ministero, termineranno i loro progetti pilota e così - spiega il direttore del Consorzio del Chianti Classico - sarà possibile fare una prima analisi su questa esperienza e correggere gli eventuali problemi. E’ in fase di studio l’introduzione, nella “nuova 164” attualmente in discussione, di un articolo che renda obbligatorio il piano di controlli per ogni denominazione - conclude Liberatore - in cui i soggetti della filiera possano scegliere chi effettuerà i controlli fra enti publbici o privati”.
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