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SOSTEGNO FINANZIARIO, LOGO MADE IN EUROPE, INDICAZIONE DELL’ORIGINE DEI PRODOTTI, MANTENIMENTO DELLE NORME COMMERCIALI SETTORIALI, SEMPLIFICAZIONE DEL SISTEMA DOP E IGP DEI VINI. ECCO LA RICETTA DEL PARLAMENTO EUROPEO PER L’AGRICOLTURA DI QUALITA’

Sostegno finanziario, logo Made in Europe, indicazione in etichetta dell’origine dei prodotti e mantenimento delle norme commerciali settoriali: è la ricetta del Parlamento per promuovere l’agricoltura dell’Unione Europea di qualità, che auspica anche un rafforzamento della protezione delle Dop e Igp dalla contraffazione, dentro e fuori l’Unione Europea, nonché nuove norme sul loro utilizzo come ingredienti e sul potere dei consorzi di regolarne le quantità in vendita e di fissarne i requisiti per il confezionamento. Occorre poi introdurre norme comunitarie sull’agricoltura integrata e sviluppare la produzione biologica, rafforzare le campagne d’informazione sui prodotti europei di qualità e promuovere i mercati gestiti dagli agricoltori.

Il Parlamento chiede un rafforzamento della politica di qualità dell’Unione Europea poiché questa “rappresenta un valore essenziale per il sostegno alla competitività dei produttori agroalimentari europei" e può "contribuire allo sviluppo rurale”. Nel rilevare che le norme dell’Unione Europea in materia di qualità alimentare “sono le più rigorose del mondo”, il Parlamento sollecita, nel quadro della riforma della Pac del 2013, il sostegno finanziario dei fondi regionali per “ottenere una produzione agroalimentare di alta qualità”. Ritiene poi necessario riconoscere gli sforzi dei produttori europei per soddisfare i requisiti della produzione comunitaria in materia ambientale e sanitaria, di sicurezza alimentare e di benessere degli animali. E chiede quindi di valutare l’opportunità di introdurre un logo di qualità europeo che certifichi il rispetto di tali requisiti attraverso un’etichetta del tipo: “coltivato [prodotto o fabbricato] in Europa”. Rileva poi l’esigenza di garantire che i prodotti alimentari importati rispettino le stesse norme cui sono soggetti quelli dell’Unione Europea.

Secondo i deputati, il sistema delle denominazioni d’origine e delle indicazioni geografiche protette (Dop e Igp) contribuisce a favorire lo sviluppo delle zone rurali, proteggere il patrimonio culturale delle regioni e diversificare l’occupazione in ambito rurale. I tre sistemi di registrazione delle indicazioni geografiche - per i vini, le bevande alcoliche e i prodotti alimentari - vanno quindi mantenuti e non occorre introdurre ulteriori sistemi di certificazione dei prodotti alimentari a livello dell’Unione Europea o nuovi sistemi di protezione paralleli sul piano nazionale o regionale. Tuttavia, il sistema va semplificato e adeguato. Per far fronte alla contraffazione nei paesi terzi che “danneggia la reputazione e l’immagine” di Dop e Igp, il Parlamento chiede una loro maggiore protezione in sede di Organizzazione Mondiale del Commercio estendendo a tutte le indicazioni geografiche la protezione supplementare già concessa dall’accordo Trips (sulle proprietà intellettuali) alle denominazioni dei vini e istituendo un registro multilaterale giuridicamente vincolante. Nel chiedere poi la negoziazione di accordi bilaterali con i paesi terzi, sollecita la Commissione a fornire un sostegno tecnico e finanziario alle organizzazioni responsabili delle indicazioni geografiche “per facilitare la soluzione dei problemi di usurpazione”.

Facendo proprio - con 437 voti favorevoli, 153 contrari e 10 astensioni - un emendamento presentato da deputati italiani dei diversi gruppi, il Parlamento ritiene opportuno indicare il paese d’origine per i prodotti agricoli freschi e, nel caso di prodotti trasformati “monoingrediente” il luogo di provenienza della materia prima agricola utilizzata nel prodotto finito, “con l’obiettivo di garantire una maggiore trasparenza e una tracciabilità” per assicurare “acquisti consapevoli da parte dei consumatori”. Chiede, inoltre, di studiare la fattibilità dell’introduzione dell’etichettatura obbligatoria relativa al luogo di produzione per i prodotti trasformati che contengono “ingredienti significativi” (più del 50% in peso di un alimento) o “ingredienti caratteristici” (cioè associati abitualmente dal consumatore alla denominazione di un alimento). I deputati chiedono poi di mantenere le norme di commercializzazione settoriali poiché “rendono trasparenti i mutamenti sul mercato, consentono agli acquirenti di raffrontare prezzi, dimensioni e qualità dei prodotti e assicurano una parità di condizioni di concorrenza a livello europeo”.

Il Parlamento rileva anzitutto che le condizioni da rispettare ai fini della registrazione di un prodotto debbano essere “trasparenti e comprensibili” sia per i produttori sia per i consumatori. Ritiene inoltre che non si debbano aggiungere altri criteri al processo di registrazione, esortando anzi la Commissione a individuare soluzioni che consentano di accelerarlo e di migliorare la valutazione delle domande.

I deputati ritengono inoltre che, nel caso in cui un prodotto tutelato da un’indicazione geografica sia utilizzato come ingrediente, debba essere possibile definire norme concernenti l’utilizzazione del suo nome nelle denominazioni di vendita dei prodotti trasformati e debbano essere autorizzati controlli specifici “per verificare che le caratteristiche, l’immagine o la reputazione del prodotto non siano alterate”. La Commissione dovrebbe inoltre definire linee direttrici chiare in materia.

Secondo il Parlamento, una modifica della normativa dovrebbe consentire agli Stati membri di riconoscere e valorizzare il ruolo delle organizzazioni responsabili della gestione e tutela delle indicazioni geografiche e dei loro diritti di proprietà intellettuale. In tale ambito, tali organizzazioni e i consorzi di tutela dovrebbero essere autorizzati “ad adeguare il potenziale di produzione alle esigenze del mercato” al fine di “conseguire il miglior equilibrio possibile tra le quantità prodotte e immesse sui mercati e le quantità che i mercati possono assorbire”. Il Parlamento è anche favorevole a norme comunitarie che consentano a tali organizzazioni di fissare regole in materia di condizionamento dei loro prodotti, al fine di “evitare ogni deterioramento della loro alta qualità”.

Il Parlamento sollecita la revisione del regolamento comunitario affinché sia garantita una completa protezione ex-officio delle indicazioni geografiche, “come obbligo per le autorità di tutti gli Stati membri”. Auspica anche una migliore definizione delle procedure di controllo applicabili in tutte le fasi della commercializzazione e chiede di dare effettiva attuazione alle norme comunitarie in vigore riguardo all’impossibilità di registrare un marchio commerciale che contenga o faccia riferimento a Dop/Igp.

Il Parlamento è favorevole all’introduzione di strumenti per valorizzare e promuovere piccole produzioni tradizionali, locali e artigianali legate al territorio per le quali le procedure di accesso alle Dop/Igp “sono troppo pesanti e costose”. Considera poi che si debba mantenere lo strumento delle specialità tradizionali garantite (Stg), ma auspica la semplificazione delle norme, la riduzione dei tempi per la registrazione e il miglioramento della tutela del prodotto. Chiede poi di valutare la possibilità di creare una banca dati europea delle antiche ricette e metodi storici di preparazione degli alimenti, “affinché la conoscenza dei cibi tradizionali e dei modi in cui sono stati preparati per generazioni non scompaia”.

Per promuovere i sistemi di produzione rispettosi dell’ambiente e basati su una razionalizzazione degli input, i deputati chiedono l’introduzione di una regolamentazione comunitaria in materia di “produzione integrata”. Ritengono inoltre necessaria l’esistenza di un autentico mercato unico dei prodotti biologici e sostengono quindi gli sforzi volti a sviluppare un nuovo logo applicabile a tutti i prodotti biologici ottenuti nell’Unione Europea. A loro parere, poi, occorre registrare l’origine dei prodotti biologici freschi e trasformati importati da paesi terzi, assoggettarli agli stessi requisiti previsti per i prodotti Unione Europea e rafforzare i relativi controlli.

Il Parlamento auspica poi una definizione e un’utilizzazione chiare delle espressioni “di montagna”, “isolano” e “a bassa emissione di carbonio”, nonché l’adozione di orientamenti UE per l’utilizzazione di tali espressioni. Chiede poi alla Commissione di assicurare un’adeguata tutela dei prodotti delle zone di montagna e di quelli delle zone esenti da Ogm e di valutare la possibilità di introdurre indicatori di qualità legati alle condizioni sociali di produzione.

Il Parlamento ritiene che gli strumenti comunitari di promozione attualmente disponibili “vadano rivisti per migliorarne l’efficacia” e che occorrono maggiori risorse finanziarie per le campagne promozionali sulle indicazioni geografiche. Propone quindi di estendere al mercato dell’Unione Europea gli aiuti alle misure di promozione introdotti per il settore vitivinicolo e di intensificare gli sforzi per promuovere i requisiti di qualità e sicurezza alimentare cui sono soggetti i prodotti dell’Unione Europea.

Infine, chiede di promuovere i mercati agricoli gestiti direttamente dagli agricoltori come punti di vendita di prodotti stagionali locali, così da garantire un prezzo equo per i prodotti di qualità e consolidare il legame tra prodotto e territorio di origine. Sollecita poi l’istituzione di programmi volti a promuovere le vendite sui mercati locali, al fine di sostenere le iniziative locali e regionali di trasformazione e commercializzazione.

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