Da Cantele a Castello del Terriccio, da Pasqua a Gruppo Italiano Vini (Giv), da Casa Vinicola Garofoli ad Umani Ronchi, da Ruffino a Perlage, da Monteci a Ponte 1948, da Fattoria Carpineta Fontalpino a realtà consortili come il Consorzio Tutela Vini Doc delle Venezie, il Consorzio del Chianti e l’Istituto Marchigiano Tutela Vini (Imt): sono solo alcune delle realtà che da oggi, 21 maggio, al 23 maggio, danno vita al “Simply Italian Great Wines Asia Tour” ideato da Iem - International Exhibition Management di Marina Nedic e Giancarlo Voglino, che da 25 anni prosegue la sua missione di promozione dell’enologia italiana nel mondo. E che tocca oggi Tokyo, capitale del Giappone, ed il 23 sarà a Taipei, città principale di Taiwan, con workshop commerciali, B2b, degustazioni e seminari guidati. Due mercati, quello del Giappone e di Taiwan, diversi per dinamiche e dimensione, ma importanti per la crescita del vino italiano in Asia.
Nel 2023 il Giappone, in particolare, come la maggior parte dei Paesi a livello globale, ha manifestato una flessione nelle importazioni sia a valore che a volume. Importazioni, pari a 1,64 miliardi di euro, che vedono la Francia al comando, con una quota di mercato in crescita che sfiora il 60%, seguita dall’Italia con il 12%, in linea con il 2022, e dal Cile, gli Stati Uniti e la Spagna. Tuttavia, tutti i 5 Paesi hanno registrato performance negative, sia a valore che a volume, nel corso del 2023. Secondo Wine Monitor di Nomisma, il Giappone dovrebbe mantenere significative potenzialità di crescita e di interesse verso i vini italiani. Nonostante la leggera inflessione dei consumi rispetto all’anno precedente, il 21% dei consumatori giapponesi prevede di aumentare nei prossimi 3 anni il consumo dei fine wine italiani. Il prezzo è il principale driver di acquisto, ma anche il territorio di provenienza (per il 34% dei consumatori) fa la differenza e costituisce uno dei principali parametri per identificare il vino di qualità. Nel 2023 sono cresciute in valore le esportazioni dei rossi (+13%) e dei bianchi della Toscana (+9,1%), dei rossi del Piemonte (+6%) e dei Bianchi del Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (+15,5%).
Taiwan, invece, rappresenta una delle destinazioni in cui le esportazioni di vino italiano stanno aumentando, grazie alla distribuzione nei principali mercati di vendita (70%) e nei canali Horeca (30%). Va notato che la vendita online rimane vietata. In generale, il consumo di vino è cresciuto del 10%, trainato principalmente dai giovani tra i 20 e i 40 anni. Il 70% delle vendite è rappresentato dal vino rosso, mentre i bianchi e gli spumanti stanno registrando una crescita congiunta del 25%. Per quanto riguarda gli importi e i mercati nel 2022, è stato confermato il trend esistente con importazioni del valore di 270 milioni di dollari. La Francia detiene la leadership sia in volume che in valore, rappresentando il 28%. Seguono la Spagna, l’Italia e l’Australia, ciascuna con il 14% del mercato. Gli Stati Uniti seguono con l’8%, mentre il Cile è successivo nella classifica. La tendenza, anche a Taiwan, è quella di una crescente richiesta di vini di fascia media. È importante sottolineare anche il ruolo chiave del canale Horeca, che rappresenta il 30% dei volumi e il 50% del valore totale delle vendite di vino. Infine, guardando al 2025 e alle prospettive future, si prevede una crescita del +6,93% nei volumi e del +10,62% nei valori per il mercato del vino a Taiwan.
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