Una vera e propria prova di resistenza, più ancora che di resilienza. L’ennesima, verrebbe da dire, di un mondo, quello del vino, che non si è mai fermato, né durante il lockdown, quando il lavoro in vigna e in cantina è proseguito senza ostacoli, né in estate, quando le aziende, con tutte le precauzioni del caso, hanno riaperto le porte ai wine lover. Resistenza, ma anche resilienza, perché nelle pieghe delle difficoltà del canale Horeca si è infilato l’e-commerce, protagonista di una crescita prodigiosa. Mentre le fiere, saltate, si fanno online, in diretta da casa o dalla cantina.
Ma non tutta la promozione si è fermata. Tra resistenza, resilienza, ed un certo “eroismo”, la Iem - International Exhibition Management di Marina Nedic e Giancarlo Voglino, realtà che, da oltre 20 anni, lavora nei mercati di tutto il mondo, ha ripreso il suo “Simply Italian Great Wines”: prima con le tappe europee, dalla Danimarca alla Svezia, dalla Polonia alla Russia, quindi, con gli appuntamenti dello Us Tour, di scena oggi a New York e il 28 ottobre a Chicago. Due tappe, a ranghi ridotti, ma con i vini di denominazioni chiave del panorama vitivinicolo nazionale sui mercati esteri, come il Nobile di Montepulciano (da Dei a Carpineto, da Contucci a La Braccesca, da Lunadoro a Vecchia Cantina di Montepulciano), i vini delle Venezie e quelli delle Marche (riuniti nell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini). Il format non cambia, e qui sta la resistenza, ma porta qualche aggiustamento, e qui sta la resilienza: alle degustazioni guidate si affiancano i meeting virtuali con gli importatori, senza rinunciare al walk around tasting.
L’Italia del vino non abbandona gli Usa, e come potrebbe? Nonostante la crisi dei consumi, i lockdown, lo scontro politico e sociale a livelli di guardia, l’Italia si scopre sempre più protagonista nelle vendite di vino negli Stati Uniti, mentre la Francia è sempre più tramortita dai dazi aggiuntivi. Nei primi 8 mesi 2020, così, l’Italia ha recuperato oltre 370 milioni di euro sullo storico competitor d’Oltralpe, e ha chiuso l’estate con un ulteriore allungo, a 1,16 miliardi di euro di vendite (+2,3% sul pari periodo 2019), contro una Francia mai così in basso e un trend in rosso del 25,7% (998 milioni di euro). Lo scenario, esattamente invertito sullo stesso periodo del 2019, è influenzato più dai dazi aggiuntivi che dal Covid-19. Basti pensare come oltre al -25,7% a valore della Francia (con i vini fermi al -32,5%), anche Spagna (-11,8%) e Germania (-34,4%) registrano cali pesanti, che contribuiscono in maniera decisiva alla contrazione complessiva dell’import di vino statunitense sul periodo (-10,5%).
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024