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Trump o non Trump, le importazioni di vino nel mercato Usa, n. 1 al mondo, continuano a crescere nei primi due mesi del 2017. Anche per l’Italia, ancora leader in valore, ma scavalcata, in volume, dall’Australia. A dirlo l’Italian Wine Food Institute

Trump o non Trump, paura dei dazi o meno, per ora le importazioni di vino nel mercato Usa, n. 1 al mondo, continuano a crescere: nei primi due mesi del 2017 hanno fatto +7,8% in volume, a 1,5 milioni di ettolitri, e +10,1% in valore, 622,6 milioni di dollari. A dirlo i dati dell’Italian Wine & Food Institute, guidato da Lucio Caputo, che sottolinea come i principali Paesi esportatori verso gli Usa, nel periodo in esame, sono stati, nell’ordine, l’Australia, l’Italia, il Cile, la Francia, l’Argentina, la Nuova Zelanda, la Spagna e la Germania in quantità e l’Italia, la Francia, la Nuova Zelanda, il Cile, l’Argentina, la Spagna e la Germania in valore.
In particolare, l’Italia, secondo l’Italian Wine & Food Institute, dai 357.050 ettolitri, per un valore di 180,1 milioni di dollari del primo bimestre del 2016, ai 371.840 ettolitri, per un valore di 189,5 milioni di dollari del primo bimestre del 2017, con un incremento del 4,1% in quantità e del 5,2% in valore. La quota di mercato dei vini importati dall’Italia, per tanto, è del 23,7% in quantità e al 30,4% in valore mentre si è mantenuto stabile il prezzo medio a bottiglia pari a 5,3 dollari.
“Percentuali positive, anche se l’Italia, sempre largamente prima in valore, è superata in quantità dall’Australia che tradizionalmente ha il suo picco di esportazioni verso gli Usa nei primi mesi dell’anno”, sottolinea Caputo. Le importazioni dall’Australia, dunque, ora primo paese fornitore in quantità del mercato Usa, hanno toccato i 415.800 ettolitri (+46,4%) ettolitri per un valore di 69,3 milioni di dollari (+3,6%).
Sul fronte degli spumanti, invece, sottolinea ancora l’Italian Wine & Food Institute, l’Italia raggiungere gli 82.450 ettolitri (+3,3%), ma arretra leggermente in valore (-1,2%), a 43,6 milioni di dollari. Con il Belpaese, però, largamente leader della tipologia, in volume, con il 55,8% in quantità e seconda in valore, con il 34% del mercato degli sparkling di importazione, dietro alla Francia, cresciuta del 15% in valore, a 71,2 milioni di dollari, e del +21,4% in quantità, a 37.210 ettolitri.

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