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“Un vero artista, uno straordinario innovatore, genio della cucina. La cucina internazionale perde il suo più illustre interprete; la Franciacorta un suo grande estimatore e promotore; io un caro amico”: Vittorio Moretti ricorda Gualtiero Marchesi

La morte del “Maestro” Gualtiero Marchesi ha mosso e commosso il mondo dell'enogastronomia italiana e non solo. E tra le tante parole e ricordi legati al “padre della cucina italiana moderna”, riceviamo e volentieri pubblichiamo quelle di Vittorio Moretti, presidente della Holding Terra Moretti, con il quale ha condiviso per vent’anni l’esperienza de L’Albereta, il Relais & Chateaux di Erbusco, inaugurato nel 1993:

“Un vero e proprio artista, uno straordinario innovatore, un genio della cucina. Con Gualtiero Marchesi ci conoscevamo da tempo. Una sera ero a cena nel suo ristorante milanese di via Bonvesin de la Riva, insieme a Gianni Brera e ai componenti della giuria del Premio Bellavista. Come era solito fare, Marchesi venne a sedersi al nostro tavolo e si mise proprio tra me e Gianni Brera, di cui era profondamente amico. Fu in quell’occasione che gli presentai il progetto che stavo sviluppando a L’Albereta e il mio desiderio di avere uno chef che potesse, nell’arco di un paio d’anni, ottenere la stella Michelin. Gli domandai così se non ci fosse qualche suo allievo che potesse suggerirmi”.
“Marchesi non mi fece finire. E con il suo sorriso sornione mi disse: “Beh, io di stelle Michelin ne ho tre. Vengo io”. Fu così che, nel giro di poche settimane, definimmo la nostra collaborazione.
Inizialmente costituimmo una società di gestione, di cui avrebbe dovuto far parte anche il nostro comune amico, Gianni Brera. Ma la sua scomparsa lo impedì. Su richiesta di Marchesi, dovetti fare diversi cambiamenti al progetto iniziale del locale, a cominciare dall’ampliamento della cucina, della cantina e della sala. È così che nacque il ristorante de L’Albereta. Poi, dopo due anni di società, decise di proseguire da solo nella gestione del locale, restando presso L’Albereta per altri 18 anni, prima di tornare a Milano”.
“Era molto esigente e puntiglioso in ciò che faceva. Un grandissimo professionista, che ricercava sempre la qualità assoluta. In questo atteggiamento abbiamo trovato grande sintonia fin dagli inizi del nostro rapporto. Su altri aspetti avevamo invece visioni differenti: del resto lui era l’artista, io l’imprenditore. Ma eravamo molto complementari e, credo, questa partnership ha portato grandi benefici a tutto il territorio della Franciacorta. Marchesi, infatti, con la sua cucina ha contribuito in modo determinante a promuovere nel mondo l’immagine della nostra terra, posizionandola ad un livello di eccellenza riconosciuta. Ha amato la Franciacorta e ne ha fatto la sua terra d’adozione, ovviamente dopo Milano. La cucina internazionale perde il suo più illustre interprete; la Franciacorta un suo grande estimatore e promotore; personalmente perdo un caro amico, con cui ho condiviso momenti importanti di vita e di lavoro”.
Vittorio Moretti

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