L’elenco dei vip che creano o acquisiscono marchi di alcolici si allunga ogni giorno - da George Clooney a Jennifer Lopez, da Kendall Jenner a Rita Ora, da Adam Levine a Kate Hudson, da Ryan Reynolds ai Metallica, passando per Michael Jordan, LeBron James, David Beckham e Bob Dylan - e i brand godono per riflesso della loro fama e celebrità, ma quanto vendono davvero in bar e ristoranti? A svolgere un’indagine negli Stati Uniti ci ha pensato Union, una piattaforma di pagamento, attiva nel settore hospitality, che aggrega dati relativi a locali e consumi: secondo la ricerca, i marchi delle celebrità rappresentano il 10% delle vendite totali, ed i consumatori sono disposti a spendere fino al 73% in più per un drink. Un’ottima prospettiva per Sting, che presenta oggi - in anteprima mondiale al Bulgari Hotel di Roma - “Amante 1530”, il suo nuovo amaro, dopo che, nei mesi scorsi, aveva registrato il brand “Every Little Thing She Does is Magic”, per produrre - attraverso la sua società Steerpike Limited - vari tipi di liquori.
La categoria di nicchia dei celebrity spirits sta crescendo, lentamente ma costantemente, nei consumi on-premise (fuori casa), con una quota in aumento del 16% (da luglio 2022 a luglio 2023): “si tratta di una quota considerevole - spiega Gary Ross, responsabile crescita Union - per mettere i marchi delle celebrità in prospettiva, la loro quota rappresenta più del doppio di quella di rum su tutti gli alcolici venduti nel nostro network. Il potere delle star sta dando una spinta tangibile a questi prodotti, aiutando a conquistare i consumatori”.
Se il costo medio di una qualunque bevanda alcolica è di 9,38 dollari, quella di un marchio appartenente alla categoria celebrity spirits è 16,25 dollari, dunque superiore del 73%: i consumatori sono quindi disposti a pagare un prezzo nettamente più elevato per le etichette dei vip, rispetto ad altri brand, seppur famosi. Ma la crescita della categoria è in gran parte guidata dal marchio di maggior successo, ovvero “Casamigos”, la tequila firmata da George Clooney insieme al socio Rande Gerger (noto anche per essere il marito della modella Cindy Crawford), che rappresenta oltre il 91% del totale delle vendite. Dietro ad esso, tutti gli altri marchi di vip. Al secondo posto (con il 2,5%) tra i celebrity spirits più venduti nei locali del network Union c’è la vodka “Cîroc” del rapper e produttore Sean Combs, noto anche come Puff Daddy. Terzo (1,4%) il marchio di tequila di Dwayne “The Rock” Johnson, “Teremana”, lanciato nel 2020. Al numero quattro si piazza “D’Ussé”, il cognac lanciato dal rapper Shawn “Jay-Z” Carter (che quest’anno ha venduto la sua quota di controllo a Bacardi per circa 750 milioni di dollari a seguito di una controversia legale). Realizzato da una delle case di cognac più prestigiose in Francia, il brandy di fascia alta ha riscosso un successo stellare nel mercato statunitense sin dal suo lancio nel 2012. Al quinto posto troviamo è “The Finnish Long Drink”, un ready to drink a base di gin i cui principali investitori includono l’attore Miles Teller, il musicista Dj Kygo e il golfista Rickie Fowler. Dopo di questo, i restanti marchi top della lista rappresentano ciascuno meno dello 0,5% di tutti i celebrity spirits. “Nel complesso rappresentano una piccola quota, ma c’è un’enorme quantità di potere da star in gioco”, conclude Ross.
“Amante 1530”, lo spirits firmato da Sting, sarà un prodotto internazionale di alta gamma, creato in Italia e dedicato al mondo della mixology d’autore. L’idea nasce nell’estate di due anni fa, quando Sting e la moglie Trudie Styler, con i loro amici Ana Rosenstein, Richard Kirshenbaum e Barry Rosenstein - appassionati della cultura del bere mixato all’italiana ed ospiti a Tenuta Il Palagio, nel Valdarno (tenuta acquistata nel 1997 dove Sting produce vino da molti anni - immaginano di creare un nuovo amaro, dal gusto innovativo e moderno, da gustare insieme. Decidono, quindi, di coinvolgere anche Len Tessler, Stuart Ellman e Michael Kassan e dare vita ad “Amante 1530”, primo spirits firmato dal cantante.
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