Il calo dei consumi enoici negli Stati Uniti, dopo 25 anni di crescita ininterrotta, è stata una delle notizie in primo piano in questo inizio di 2020. Un -0,9% nel 2019, dovuto al crollo dei vini fermi (-1,5%), giunto non del tutto inaspettato ma comunque preoccupante, con le bollicine (+4%) che, come accade, sostengono i consumi. Un dato, questo, assunto come vero da tutto il mondo del vino, ma che non convince l’agenzia di analisi dei mercati del vino BW166, che parla invece di una crescita dei consumi - a volume - del +1,1%, per un totale di 409 milioni di casse da 9 litri, sostenendo che i numeri delle statistiche ufficiali si basino su sondaggi e dati forniti solo dai maggiori fornitori e distributori, non tenendo in conto la complessità e la frammentarietà del mercato del vino americano di oggi.
A parlare di un calo dello 0,9% nei consumi di vino in Usa nel 2019 è stato l’Iwsr, mentre i dati consolidati più aggiornati, si fermano al 2018, chiuso in sostanziale stabilità sull’anno precedente. Anche il rapporto della Silicon Valley Bank prevede un periodo di decrescita dei volumi venduti, basandosi sulle ultime rilevazioni Nielsen, che hanno sottolineato un calo del -1,4% degli acquisti ad ottobre 2018 sullo stesso mese del 2017. Del resto, la tendenza globale, sottolineata anche dall’ultimo “Global Wine Trends” di Wine Intelligence, è di un calo generale dei consumi, all’insegna della moderazione e della qualità.
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