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“VULCANIA” 2009 APRE LA STRADA AD UNA NUOVA CHIAVE DI LETTURA PER COGLIERE A PIENO LE MERAVIGLIE ENOLOGICHE INTERNAZIONALI CHE SI CELANO NEI TERRITORI DEI VULCANI, ATTRAVERSO UNA ANALISI MULTIDISCIPLINARE

Una nuova strada interpretativa, attraverso un approccio multidisciplinare, per cogliere a pieno le meraviglie enologiche internazionali che si celano nei particolari terroir dove il vulcano ha costruito o, continua a costruire un equilibrio pedoclimatico assolutamente particolare e di grande influenza sulla qualità finale dei vini è stata tracciata. Grazie a “Vulcania” 2009, il forum internazione dedicato ai vini bianchi da suolo vulcanico, ideato ed organizzato dal Consorzio del Soave con il patrocinio dell’Organisation de la Vigne e du Vin (Oiv), dell’Università di Verona e dell’Università degli Studi di Catania.

Un approccio assolutamente innovativo per il mondo produttivo vitivinicolo è arrivato da “Quei vulcanici vini bianchi”, sia in chiave tecnico-scientifica sia in chiave prettamente culturale. Sandro Conticelli, professore di Petrologia all’Università di Firenze, ha illustrato la distribuzione dei terreni vulcanici in Italia, che, attraverso, i parametri litologici, mineralogici e geochimici, definiscono un terroir di riferimento; Giuseppe Bentivegna, professore di Filosofia dell’Università di Catania ha invece analizzato il rapporto tra uomo e vulcano, proponendo un affascinate excursus storico, artistico e letterario che ha spaziato dalla mitologia greca fino al romanticismo ottocentesco per poi sfociare nel disincantato “pessimismo siciliano”. Un’analisi, la sua, tesa ad evidenziare il rapporto di affascinata sudditanza che è sempre esistito tra l’uomo e il vulcano, visto come indomita forza della natura; a seguire Rodolfo Minelli, pedologo, che ha esposto un’articolata analisi dei suoli su substrati vulcanici.

Attilio Scienza, professore di Viticoltura all’Università di Milano, ha, invece, delineato le principali aree vitivinicole con suoli vulcanici in Italia: Soave, Monti Lessini, Etna, Pantelleria, Salina, Castelli Romani, Gallura, Terlano, Val di Cembra, Vesuvio, Ischia, suggerendo l’importanza di “dare al consumatore strumenti più semplici per analizzare il vino per fargli così capire meglio il rapporto tra suolo e il vino stesso che bevono”. Vincente Sotes Ruiz, professore di viticoltura dell’Università di Madrid ha affrontato il tema del vulcano in Europa, con particolare riguardo a Lanzarote, Tokai e Santorini. Diego Tomasi, del Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano, invece, ha dimostrato come la percezione del paesaggio incida direttamente sul livello di gradimento del vino lì prodotto, nel consumatore, e come, di conseguenza “il paesaggio diventi un fattore di primaria importanza economica”. Luca Ciancio, professore di Storia delle Scienze all’Università di Verona, ha in fine richiamato l’attenzione sui basalti colonnari quali strutture ordinate ma originate dal caos.

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