“Oggi è un giorno storico per Pollenzo, che vive un traguardo fino a 13 anni fa impossibile da immaginare e che tuttavia non si limita alla nostra Università. Con l’istituzione di queste classi di laurea si consegna all’intera accademia italiana e internazionale un modello, un autentico modo di concepire le scienze gastronomiche”: parole di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e dell’Università di Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, sull’approvazione delle due nuove classi di laurea nate dal modello dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, “battezzate” dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, aprendo il nuovo Anno Accademico dell’Università, definendole “un punto d’arrivo, ma soprattutto un punto di partenza”. Sono la Classe di Laurea Triennale in Scienze, Culture e Politiche della Gastronomia e la Classe di Laurea Magistrale in Scienze Economiche e Sociali della Gastronomia che certificano il contributo che l’Ateneo ha dato e sta dando al tema dell’interdisciplinarietà nelle scienze gastronomiche. Per Gentiloni, “questa iniziativa è frutto dello straordinario incontro fra agricoltura, cultura e tradizione che Pollenzo ha saputo tradurre in proposta universitaria a partire dal 2004: una grande conquista per l’Italia, che anche attraverso la macchina delle iniziative di Slow Food l’Ateneo ha fatto conoscere in tutto il mondo”.
L’iter parlamentare, ha ricordato il presidente del Consiglio, è giunto a conclusione grazie anche alla determinazione del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli e “segna un traguardo importante non solo per questa Università, ma per tutto il sistema accademico italiano”. Ministro che ha definito quella messa in atto dall’Università un’esperienza importante per il sistema accademico italiano in Europa e una best practice di sicuro interesse: “sono evidenti il prestigio e la dinamicità che, in soli tredici anni di vita, l’Università di Pollenzo ha saputo conquistarsi con la determinazione e le straordinarie capacità dei suoi vertici. Merito sicuramente dell’Ateneo, merito dei player d’eccezione che la sostengono con convinzione”.
“Le nuove Classi di Laurea da noi proposte permetteranno a Pollenzo l’istituzione dei nuovi corsi, a partire da settembre 2018 - ha annunciato il nuovo rettore dell’Università Andrea Pieroni, che ha illustrato le linee guida del suo mandato, sintetizzate nel modello di “un’università interdisciplinare, internazionale, ispirata, innovatrice, itinerante, interattiva”. In queste “sei I” è racchiusa l’esperienza di “una comunità fortemente inclusiva, espressione di uno spirito di condivisione capace di creare la straordinaria rete di relazioni internazionali che oggi unisce Pollenzo a molti altri fuori di qua: università e centri di ricerca, istituzioni, produttori, artigiani, chef, realtà imprenditoriali dell’eccellenza agro-alimentare, comunità locali, popoli indigeni”.
Ancor più centrali, nell’architettura delle nuove lauree, diventeranno i viaggi didattici e la ricerca sul campo: “attraverso quelle che chiamo le “scienze del viaggio”, la nostra Università vuole fornire agli studenti le competenze, gli strumenti e l’intelligenza affettiva per sviluppare una profonda coscienza etica ed ecologica; per rafforzare il senso di responsabilità verso ogni intorno naturale e sociale”. Pieroni ha sottolineato come l’obiettivo non sia solo quello di formare “i nuovi manager del cibo, magari neutrali e asettici, ma i protagonisti della gastronomia del domani. Attori che cercano di indirizzare la società verso un cibo di qualità in grado di rispettare l’ambiente e di sostenere la coesione sociale e i valori della giustizia e della solidarietà. Quindi attori sociali e politici a tutto tondo”.
A testimonianza di un ruolo attivo che non si esaurisce nelle aule, due giovani dell’Università, lo svedese Philip Linander e l’italiano Davide Fede, hanno consegnato al Presidente del Consiglio una lettera aperta in favore dello Ius Soli, a nome della comunità accademica di Pollenzo: “riconoscere la cittadinanza a chi ha vissuto in Italia abbastanza per completare un ciclo di studi non ci appare come una graziosa concessione, ma come la chiave capace di accendere il motore del futuro di un Paese che sull’incontro delle culture e sulle mille sfumature delle tradizioni, che qui si sono incrociate in migliaia di anni, ha fondato la parte migliore della sua storia”.
“Chi crede che in questo luogo si educhino solo professionisti funzionali a un sistema gastronomico classico pensa in maniera riduttiva - aggiunge il presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche Petrini - i nostri studenti ed ex studenti sono soggetti attivi nelle aziende, ma anche nella società civile e nelle comunità di riferimento, in istituzioni come la Fao e l’Ifad, in progetti come quello degli Orti in Africa di Slow Food”. Il compito più urgente per l’Università e per l’intero sistema educativo, sostiene Petrini, è costruire un dialogo tra saperi accademici e saperi tradizionali: “l’appuntamento con Terra Madre Salone del Gusto nel settembre 2018 sarà l’occasione per far incontrare a Torino le rappresentanze di 1.000 Università insieme alle 7.000 comunità di contadini, pescatori e allevatori che animano la rete di Terra Madre. Comunità che custodiscono un patrimonio di conoscenze maturate nei secoli e improntate a una visione del mondo non solo produttivistica, ma in rapporto con la natura e con la comunità”.
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