Nomi importanti dell’industria del vino in Canada, prodotto sfuso in arrivo dall’Italia via nave, 11 milioni di dollari di tasse evase, prodotti contraffatti e persino una riserva indiana: elementi che sembrano usciti dalla sceneggiatura di un film poliziesco e che, invece, sono i contorni del “Project Malbec”, operazione che, riporta “WineSpectator”, ha portato all’arresto di 12 persone, arrestate dalla Polizia di Montreal, che ha smantellato quello che le autorità hanno definito “uno dei più significativi schemi di evasione fiscale in tema di contrabbando di alcol”.
Che, in sintesi, funzionava così: il vino sfuso arrivava dall’Italia via nave e, una volta in Canada, veniva spedito ad uno stabilimento in Ontario. Poi, da lì, alcuni container di vino venivano apparentemente perduti, ma in realtà venivano spediti ad un’altra cantina nel Kahnawake, una riserva indiana a sud di Montréal, dove il vino veniva adulterato per conferirgli un sapore prestabilito, e poi imbottigliato con 20 differenti etichette e rivenduto in Quebec e Ontario spacciandolo per grande vino (le accuse vanno oltre la contraffazione, ed includono la frode, la cospirazione a commettere la frode - una sorta di associazione a delinquere - ed il possesso di merce rubata.), a volte anche con nomi di Doc italiane molto conosciute come Montepulciano d’Abruzzo e Barbera d’Asti.
Secondo le autorità, 20 differenti etichette sono state vendute dalla Firts Nations Winery. Nell’ultimo mese, in 32 diverse incursioni, sono state sequestrate 9.900 casse di vino in magazini e case private, ma la polizia stima che la schema abbiamo mosso 150.000 casse di vino illegalmente tra il 2010 ed il 2014, evadendo tasse per 11 milioni di dollari americani.
Tra gli arrestati figurano Murray Marshall, cofondatore e, fino al 2013, ceo del produttore e distributore Diamond Estates Wines & Spirits; Floyd Lahache, proprietario di First Nations; Luca Gaspari, enologo di First Nations per il marchio di vini vini italiani Tenuta Santarelli e Zaché Audette-Hall, wine maker del Groupe Versay in Montréal. Ed altri arresti sono in arrivo, ha detto il sergente Laurent Gingras della polizia di Montreal.
Murray Souter, attuale Ceo di Diamond Estates, ha detto a “Wine Spectator “che la sua compagnia non ha commenti ufficiali da rilasciare e che non è implicata nell’indagine, e che qualsiasi vendita di vino sfuso verso First Nations è terminata appena saputo dei fatti”. Moray Tawse della Niagara’s Tawse Winery ha commentato “di non essere sorpreso dalla notizia. Murray Marshall, lo conosco da tempo, è un personaggio sgradevole circondato da un sacco di gente. Il suo nome è fango, tutti qui nel settore sanno che è meglio stargli lontano”.
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