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“COMUNICARE IL VINO … BIANCO”: UNA SFIDA DA VINCERE: IL 3 LUGLIO A GORIZIA SI INCONTRANO I PIÙ NOTI ESPERTI DI SETTORE. ANCHE GLI ENOLOGI ITALIANI SPIEGANO: “GLI AMERICANI SCOPRONO BIANCHI ITALIANI (+5%) PRIMI 4 MESI”

Italia
L'Italia va forte negli Usa

Storicamente il vino rosso ha sempre goduto, nell’immaginario collettivo, di una connotazione ben precisa: esso viene identificato per il suo carattere, per la tradizione evocata, per il forte legame culturale con il territorio di origine, per la chiara associazione con determinati cibi “importanti” e per le doti salutistiche ad esso abbinate. “Non sembra altrettanto semplice trasmettere suggestioni ed evocare sensazioni legate al vino bianco: far parlare i vini bianchi è un percorso spesso complesso e non sempre foriero di risultati convincenti per le aziende e per i comunicatori”, spiega Vladimir Nanut, direttore di Mib School of Management, che organizza importanti master in wine business.
Così per superare gli ostacoli legati a motivazioni storiche e a tradizioni culinarie oramai radicate, si riuniranno il 3 luglio a Gorizia, uomini d’azienda, scrittori, giornalisti e esperti - tra gli altri lo statunitense Burton Anderson, il francese Bernard Burtschy e Paul Wagner, californiano, consulente ed esperto di comunicazione enologica nel Napa Valley College - che si confronteranno sul tema “Comunicare il vino…bianco”, in un forum organizzato il 3 luglio a Gorizia dalla Mib School of Management, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e con il patrocinio della Camera di Commercio di Gorizia (info: Mateja Zidarich, tel. 040.9188155, zidarich@mib.edu).
“Saper comunicare il prodotto vino - continua Nanut - sarà sempre più una delle chiavi del successo delle imprese vinicole. La qualità da sola ormai non basta più, bisogna essere in grado di provocare emozioni che convincano all’acquisto del proprio vino. Con i bianchi questa operazione non è sempre immediata, essi soffrono di una sorta di complesso di inferiorità al cospetto delle suggestioni tradizionalmente abbinate ai grandi rossi”.

La tendenza
Americani scoprono bianchi italiani: nel primo quadrimestre 2004, +5%

I consumatori americani tradiscono i vini rossi e trasferiscono le loro preferenze verso i bianchi italiani. Una tendenza, in atto già nel 2003, che è confermata dall’andamento dei consumi di vino italiano nel primo quadrimestre 2004: sostanzialmente stabili per i rossi, +5% per i bianchi del Bel Paese. I dati mostrano come il lungo predominio dei vini da meditazione abbia ormai trovato il suo livello di stabilità in un mercato che sembra voltare pagina in fatto di preferenze.
E’ un discorso di tendenza, ma anche di costi: il rosso è un vino essenzialmente da meditazione e di alto costo; il bianco di qualità, di cui c’é una positiva rivalutazione, riesce a mantenere i prezzi più contenuti e, in un momento di contingente difficoltà per le tasche dei consumatori, si tratta di scelte comprensibili”. In ogni caso quello Usa rimane sempre il primo mercato per i vini italiani.
“E continuerà ad essere punto privilegiato per i nostri vini - spiega il direttore generale di Assoenologi, Giuseppe Martelli - anche nei prossimi mesi e certamente per i prossimi anni. Le prospettive sono, infatti, buone per il mantenimento delle quote di mercato. Ma se vogliamo continuare a competere sui grandi numeri dobbiamo puntare su pochi cavalli di battaglia poiché il discorso di nicchia va bene per i mercati vicini, ma non di certo per mercati vasti come quello asiatico o negli Stati Uniti”.
Fonte: Assoenologi

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