“In nome di Noè, padre delle vigne e di San Vincenzo, protettore dei vignaioli, ti nominiamo Cavaliere della Sciabola d’Oro per aver separato il tappo dalla bottiglia con movimento elegante”: così ha recitato, ieri sera, Jean-Claude Jalloux, il “Gran Maestro” arrivato al relais Duca di Dolle della famiglia Bisol, viticoltori in Valdobbiadene dal 1542, direttamente da Reims. Tra i venti nuovi cavalieri intronizzati, spiccavano nomi importanti tra cui quello dell’attrice e produttrice cinematografica Linda Batista, profonda estimatrice degli spumanti Bisol e grande amica della famiglia di Santo Stefano di Valdobbiadene.
L’affascinante attrice, impegnata in questi mesi nella produzione di un’impegnativa pellicola di un nuovo film, che la vedrà interprete accanto a grandi nomi del panorama cinematografico italiano e americano: “è stata una grande emozione aver imparato l’antica arte della sciabolatura - ha commentato - e la bellissima cornice di questo luogo ha reso ancora più prezioso il momento”.
Il Relais Duca di Dolle, di proprietà della famiglia Bisol, è tornato ad essere tempio di investitura per gli sciabolatori della Confrérie Du Sabre d’Or, un’esclusiva confraternita che ripercorre solo gli aspetti più spensierati e goliardici dell’ambiente militare. L’iniziazione è un rito suggestivo che si compie in nome del nettare degli dei, un brindisi alla vita innaffiato dalle prestigiose bollicine dello champagne. La tradizione tramandata dalla Confrérie ha origini antiche, poiché risale ai tempi di Napoleone, quando i militari francesi aprivano a colpi di sciabola le bottiglie di spumante con cui brindavano dopo ogni vittoria. Una tecnica impegnativa ed esaltante usata dagli ussari che trasformava un gesto di guerra in un momento di festa e di allegria. Nel 1986 nasce, così, in Francia la Confrérie du Sabre d’Or , una confraternita che oggi vanta parecchie centinaia di associati e che ha insegnato a decine di migliaia di persone in tutto il mondo la tecnica della sciabolatura: la sciabola, sfilata dal fodero, scivola sul collo della bottiglia di Champagne e, “decapitandolo”, libera con un colpo preciso lo spumeggiante nettare degli dei.
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