Tutto per la campagna di promozione della nuova “Doc Venezia”. Anzi no. Un ricorso del Trentino-Alto Adige rovina la festa dei viticoltori veneziani e trevigiani, che, con la nuova denominazione di origine controllata, puntano al mercato delle produzioni “low cost” di Pinot Grigio, Sauvignon Blanc o Cabernet.
La filiera vitivinicola delle due province rischia di veder sfumare questo risultato per un ricorso presentato dai produttori trentini ed altoatesini, preoccupati per il danno economico che la nuova denominazione causerebbe all’indicazione geografica tipica “delle Venezie”.
“Avevamo pensato la “Doc Venezia” perché a Treviso e Venezia le produzioni - spiega Carlo Favero, direttore del Consorzio di Lison - sono molto omogenee: purtroppo la partita non è chiusa perché il Ministero ci ha comunicato che Consorzio Cavit del Trentino-Alto Adige ha presentato una controdeduzione”.
I viticoltori delle provincie autonome non si sono arresi, neppure dopo che il Comitato nazionale vini aveva già respinto le loro osservazioni, presentando un altro ricorso che potrebbe finire alla giustizia europea.
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