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“FINE WINE” ALLA GRANDE ANCHE NEL 2011, CON L’ASIA A TIRARE LA VOLATA. PROTAGONISTI I VINI FRANCESI (SOPRATTUTTO I BORDOLESI). IN CRESCITA L’INTERESSE PER GLI ITALIANI, GRAZIE AL TRAINO DELLA NOSTRA CUCINA

Italia
Vecchie annate di Bordeaux

Senza dubbio quello che volge al termine è stato un anno straordinario per il settore dei “Fine Wine”, grazie ad una felice concomitanza di eventi che hanno determinato per il mercato dei vini più ricercati al mondo un importante aumento della domanda ed un notevole incremento delle loro valutazioni.
In primo luogo, il 2010 è stato l’anno della definitiva consacrazione dell’estremo Oriente come nuova meta privilegiata delle grandi bottiglie, in particolare quelle provenienti da Bordeaux. I nuovi ricchi cinesi da tempo stanno scalando le classifiche dei migliori acquirenti dei beni di lusso, e fra questi non potevano mancare le etichette di vini più prestigiose, il cui consumo è ormai considerato simbolo del nuovo status sociale raggiunto.
E’ naturale che attualmente la loro attenzione sia focalizzata sui Premier Cru di Bordeaux, fra i quali si annoverano molte delle più prestigiose etichette del mondo, e le cui caratteristiche sono facilmente apprezzabili anche dai palati neofiti. Dopo una leggera fase di contrazione della domanda che caratterizzò il primo semestre del 2008, in concomitanza con l’emergere della crisi finanziaria internazionale, l’attenzione e la pressante domanda dei compratori asiatici ha letteralmente fatto decollare la domanda dei Fine Wine bordolesi negli ultimi 2 anni.
Un’etichetta su tutte è stata la vera star del mercato, il primo vino tra i cinque Premier Cru Classé del Medoc, ovvero il leggendario Château Lafite Rothschild. Dalla fine del 2009 e per tutto il 2010, Lafite ha avuto una domanda talmente elevata da parte del mercato cinese da renderlo quasi introvabile, e determinandone un aumento di valore quantificabile in un +90% in due anni e circa +1000% dal 2000 ad oggi.
Naturalmente Lafite non è stato il solo oggetto del desiderio dei nuovi mercati, ma tutti gli altri grandi vini francesi hanno beneficiato di un sostanzioso aumento delle richieste, tanto che l’indice Liv-ex, la borsa internazionale dei Fine Wine, chiuderà l’anno con un +35%.
Le grandi aspettative sulla vendemmia 2009, da molti considerata una delle migliori di sempre a memoria d’uomo, hanno garantito un ultwerieore valore aggiunto al settore e la vendita en primeur dell’estate 2010 è stata un enorme successo, raggiungendo quotazioni impensabili, mediamente raddoppiate rispetto ai certificati di vendita relativi all’ultima straordinaria annata, la 2005.
Il risultato delle aspettative sulla campagna “primeur 2009” ha, però, determinato un incontrollato aumento di prezzo sulle etichette “minori”, trascinati dalle quotazioni dei vini più inseguiti, e la bontà dell’investimento su queste ultime sarà da dimostrare nei prossimi anni.
A conferma di tutto questo, le case d’asta internazionali specializzate nei Fine Wine, Christie’s e Sotheby’s in testa, hanno registrato, nel 2010, il loro record in termini di fatturato, in particolare nelle loro sedi di Hong Kong, Londra, New York e Ginevra.
Le premesse per un 2011 positivo per il settore dei Fine Wine sembrano quindi esserci tutte, ma in un mondo che ha dimostrato di saper cambiare rapidamente, è necessario sapersi muovere con attenzione.
Fra gli appuntamenti in programma nel 2011, la casa d’aste Christie’s ha già previsto quattro prestigiose aste tra Londra, New York e Parigi tra marzo e aprile, mentre Sotheby’s disperderà nel mese di febbraio, a Londra, una delle più prestigiose collezioni private al mondo di Château Lafite Rothschild.
Info: www.vinifera.it

Focus - Quello che potrebbe attendere nel 2011 il mercato dei “Fine Wine”
1) Mouton Rothschild, Latour, Margaux, Haut Brion, Cheval Blanc e Ausone vedranno una costante crescita delle loro quotazioni, spinte dalla richiesta del mercato asiatico. In particolare Mouton si appresta a diventare protagonista del mercato nel 2011 e 2012.
2) Lafite vedrà una stabilizzazione dei prezzi ed un ridimensionamento delle attuali valutazioni “stellari”, ma senza un drastico calo dei prezzi.
3) L’annata 2000 dei top di Bordeaux emergerà in tutta la sua eccellenza e sarà attivamente ricercata, con conseguente aumento delle sue quotazioni.
4) Château d’Yquem irromperà sul mercato asiatico con importanti plusvalenze sulle sue attuali stime, in particolare per l’anna 2007.
5) I cosidetti “second vin”dei Premier Cru di Bordeaux vedranno aumentare sensibilmente la loro richiesta, e raggiungeranno quotazioni inimmaginabili sino alla fine del 2009.
6) La domanda pressante sui grandi Borgogna e Champagne da parte del mercato asiatico non si farà sentire sino alla metà del 2012, comprare questi vini nel 2011 potrebbe rivelarsi un ottimo affare.
7) I prezzi dei Primeur 2010 di Bordeaux relativamente ai Premier Cru Classé saranno così elevati da demotivare all’acquisto gli storici mercati europei e statunitensi. Nel 2013 la maggioranza delle casse di questi vini si troveranno nel sud est asiatico.
8) Molte aziende di Bordeaux che non rientrano nella cosiddetta “prima fascia” entreranno in crisi a causa dell’eccessivo aumento di prezzo dei loro vini, sull’onda della campagna primeur 2009-2010 e del fermento del mercato mondiale. I magazzini colmi dei négociants potrebbero determinare una svendita di alcune etichette, con possibili infauste conseguenze sulle valutazioni di molti vini.
9) I grandi vini italiani inizieranno a farsi sempre più strada tra i wine lovers e gli investitori, anche grazie al crescente apprezzamento della cucina italiana in tutto il mondo. Su tutti sarà Sassicaia il portabandiera, per il quale prevedo ottime performance finanziarie nel prossimo anno.

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