Nel 1965, in Italia, quando nacque l’Associazione Italiana dei Sommelier (Ais), c’erano appena 200 soci, oggi, a pochi giorni da “Wine in Progress”, il Congresso nazionale n. 47 dell’Ais (a Firenze, il 16 e 17 novembre) sono 30.000 gli iscritti. Un dato figlio del cambiamento di quella che, ormai, è una professionalità di cui il mondo del vino non può fare a meno, perché il sommelier non si limita più a consigliare la bottiglia giusta, con competenza e cultura enoica, ma fa ben di più: comunica l’enogastronomia, in prima persona, al consumatore. Ed in un mondo che ha sempre più fame di alta cucina e cultura enogastronomica, diventare sommelier vuol dire, specie per i più giovani, aprirsi strade e possibilità nuove nel mondo del lavoro, anche se, ad oggi, dei 16.000 iscritti ai corsi Ais nelle 162 delegazioni locali, solo il 30% lavora nel settore, mentre il restante 70% è fatto di wine lovers.
Eppure, all’estero più ancora che in Italia, la figura professionale del sommelier è richiestissima da tutti i ristoranti sopra un certo standard, perché rappresenta un valore aggiunto, una specificità che migliora sensibilmente non solo il livello di un locale, ma anche il volume di affari, perché la bravura di un sommelier si misura anche dalla capacità di creare una cantina ed una carta dei vini che prenda in considerazione tutti gli aspetti più importanti, dal rapporto qualità prezzo alla proposta di etichette meno conosciute.
Un percorso che affascina sempre di più i giovani (come dimostra anche il boom delle iscrizioni agli istituti alberghieri), che spesso, partendo da una semplice passione, scoprono la propria aspirazione ed anche i le proprie capacità, come dimostrano le storie di due campioni del mondo, come Luca Gardini e Luca Martini, entrambi di formazione Ais, veri e propri miti per le nuove generazioni di wine lovers che, nei prossimi anni, saranno protagonisti della crescita del vino nei nuovi mercati, a partire dalla Cina, dove l’Ais è uno dei soggetti più attivi della filiera vino.
Info: www.ais.it
Focus - Ecco gli eventi del Congresso Ais “Wine in Progress”
Conoscere e riconoscere un vino, saper identificare le note sensoriali, i vitigni da cui nasce, imparare a raccontarlo, a comunicarlo, per creare una diffusa conoscenza e una cultura del vino: questo e molto altro sarà al centro dell’Ais Wine School, quattro sessioni di degustazione con i sommelier Ais che si terranno all’interno di “Wine in Progress”. Il primo appuntamento è il 16 novembre (le sessioni si ripetono con gli stessi orari anche la domenica).
Per chi, invece, possiede già una buona conoscenza e vuole mettersi alla prova per testare il proprio livello di preparazione, sempre potrà misurarsi in uno dei due “Ais Wine Contest”, due degustazioni “bendate” a premi, con partecipazione libera. Due le sezioni del contest: la categoria “Appassionati”, dedicata ai non soci Ais, che vede in palio per il vincitore un corso completo di tre livelli per sommelier da frequentare in una sede a scelta su tutto il territorio nazionale, e la categoria “Sommelier”, riservata ai soci Ais, con una magnum di Coevo Cecchi come trofeo.
Da non perdere, anche l’incontro “Racconti di un sommelier” ricco di aneddoti, citazioni, curiosità, passioni e valori legati al mondo del vino attraverso le parole di due campioni della sommellerie italiana. Il 17 novembre ci sarà, invece, il talk show “Wine Trend”, in cui re del caffè Francesco Illy, il cavaliere del lavoro Arnaldo Caprai, il mitico ciclista Francesco Moser e il fotografo Oliviero Toscani racconteranno la loro storia nel mondo del vino, da appassionati a produttori, condotti dalla giornalista Cesara Buonamici.
Per tutto il Congresso sarà possibile seguire le degustazioni guidate e a tema di grandi vini italiani e internazionali, protagonisti di “Wine in Progress”: sedici sessioni di altissimo livello, con vini rossi, bianchi e bollicine, condotte da relatori d’eccezione come il campione del mondo Luca Martini, campioni italiani come Luisito Perazzo, Ivano Antonini, Federico Graziani ed ancora Cristiano Cini, Maurizio Zanolla e altri relatori Ais come Armando Castagno, Massimo Castellani, Roberto Bellini, Luigi Pizzolato e Leonardo Taddei. Per il primo appuntamento, si vola in Francia, con l’inconfondibile perlage dello Champagne Larmandier Bernier, e in Friuli, con il Ronco della Chiesa, Malvasia Selezione e Studio di Bianco di Borgo al Tiglio. Grandi rossi nel pomeriggio, con la verticale del toscano Tignanello di Antinori e con la degustazione che ci porta nelle Langhe piemontesi ad assaggiare Nebbiolo, Barolo, Freisa e Ruché firmato Rinaldi. Evento clou sarà la verticale di Ornellaia, che include anche l’anteprima di Serre Nuove, in parallelo con l’esclusiva verticale dai sapori umbri del Torgiano Rosso Riserva Rubesco Vigna Monticchio di Lungarotti, che propone in degustazione tra le varie annate anche un ricercatissimo 1981. A chiudere il ciclo di degustazioni guidate del 16 novembre, le bollicine tutte italiane, in parte non dosate, della storica cantina trentina Ferrari Lunelli e quelle tedesche del Graacher Himmelreich di J.J. Prüm.
Il 17 novembre sarà, ancora, la Francia protagonista con la sessione dedicata alle bollicine dell’Ambonnay Grand Cru di André Beaufort, insieme ad una esclusiva selezione di Bianco Fiorduva, di rossi Riserva Furore e Ravello e del Costa d’Amalfi rosato della cantina Marisa Cuomo di Furore (Salerno). Nel pomeriggio toccherà alle verticali di Montepulciano d’Abruzzo della Cantina Emidio Pepe e del Chianti Classico Riserva Il Poggio del Castello di Monsanto, con sei annate storiche, in particolare il 1968. Si torna poi in Piemonte, con il Langhe Freisa e il Barolo di G.D. Vajra, e nel Chianti Classico con tre annate di Montevertine e altrettante di Pergole Torte della Cantina Montevertine di Radda in Chianti. Gran finale la sera con due imperdibili degustazioni di grandi rossi: il Barolo e il Barbera di Roberto Voerzio e la verticale di Sassicaia della Tenuta San Guido, nell’area di Bolgheri.
Focus - Il talk show “Wine Trend”, di scena il 17 novembre
L’imprenditore Francesco Illy, il Cavaliere del lavoro Arnaldo Caprai, il ciclista campione del mondo Francesco Moser e il fotografo Oliviero Toscani: quattro celebrities che si sono avvicinate al mondo del vino e dell’olio fino a diventarne produttori e che oggi raccontano al pubblico la propria esperienza, come è nata la loro passione e come questa si è concretizzata, con la stessa luce negli occhi di chi si è innamorato di un territorio e dei frutti della vite e dell’olivo capaci di regalare emozioni intense al palato e al cuore. Succede, domenica 17 novembre, a Firenze (Stazione Leopolda), nel talk show del “Wine in Progress” e del Congresso Nazionale Ais n. 47, dal titolo “Wine Trend”, condotto dalla giornalista Cesara Buonamici, vice direttore Tg5, a sua volta produttrice di olio extravergine di oliva biologico nella tenuta di famiglia a Fiesole. Quattro personaggi non in cerca d’autore ma di un’etichetta, di un vino in cui raccogliere tutte quelle emozioni che solo la presa di coscienza di far parte di una cultura e di una tradizione millenaria può evocare.
Come sottolinea il presidente Ais, Antonello Maietta, “oggi il vino non è solo un prodotto da portare in tavola, ma si propone soprattutto come espressione di eccellenza di un territorio, di una cultura che in Italia affonda le radici nella notte dei tempi. La coltivazione della vite nel nostro Paese ha infatti origini antichissime e, oggi come allora, rappresenta sotto molti aspetti un simbolo di appartenenza: un tempo ad un ceto sociale, ora a un territorio e a una tradizione che si esprime in tanti modi diversi a seconda delle caratteristiche dei vitigni e della loro distribuzione geografica. L’esistenza di una figura come il sommelier, capace, grazie alla sua professionalità e alla sua dettagliata conoscenza della materia, di comunicare non solo le caratteristiche organolettiche ma anche le emozioni e la storia di un vino, si sta rivelando strategica nella diffusione della cultura del vino. Si registra un nuovo trend che porta personaggi appartenenti ad altre realtà (moda, musica, sport, spettacolo) a “innamorarsi” della terra e a investire nella viticoltura, alla ricerca di un recupero di antichi valori e storiche tradizioni che il mondo considera come un vero e proprio lifestyle”.
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