È cambiato ben poco da quando nel 1894 Anton e Anna Saahs comprarono questa cantina, che per più di 15 secoli era stata di proprietà della vicina chiesa di San Nicola. La bottaia di affinamento, a suo tempo utilizzata dai monaci, è ancora oggi in quelle che erano le fondamenta della torre di un antico castro romano, su cui nei secoli è stata costruita la cantina. Sino al 1990 si usava ancora il seicentesco palmento in legno e pietra la cui trave di pressa è un unico pezzo lungo 13 metri, palmento che dal 2005 è stato rimesso in uso per pigiare tradizionalmente una cuvée delle migliori uve del millesimo. Anche il beniamino dei Saahs è li sin dal 1894: Lumpi, un simpaticissimo bassotto che ormai da ben XVII generazioni accoglie gli ospiti della cantina. I Saahs hanno un approccio assolutamente naturale, sia in vigna che in cantina: dal 1971 praticano la biodinamica nei loro 20 ettari di vigna, anche nelle annate più calde non utilizzano l’irrigazione di soccorso, lasciano i vini affinare a lungo in legno sino a quando non ritengano siano maturi per l’imbottigliamento, tanto da avere ancora in botte un riesling del 1997. Parente del Roter Veltliner, il Neuburger è un antico vitigno autoctono della Wachau: il 2017 di Nikolaihof profuma di fiori gialli, aghi di pino, pera e mentuccia, il sorso ampio e persistente, si apre bene sul frutto ben sostenuto dall’acidità per un bel finale lungo ed agrumato.
(Massimo Lanza)
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