Piantare in Italia 60 milioni di alberi (uno per ogni abitante) nel più breve tempo possibile per mitigare i livelli di CO2 nell’atmosfera: questo l’obiettivo del presidente di Slow Food Carlo Petrini, lo scienziato e direttore del Linv (International Laboratory for Plant Neurobiology) Stefano Mancuso e il vescovo di Rieti Domenico Pompili, che hanno lanciano, attraverso le Comunità Laudato sì, l’appello “Un albero in più” rivolto “ad ogni cittadino di buona volontà, ad ogni organizzazione di qualunque natura e orientamento, ad ogni azienda pubblica o privata, alla straordinaria rete di comuni e regioni d’Italia, al governo nazionale”.
Gli scienziati di tutto il mondo concordano sull’importanza della riforestazione, perché gli alberi sono sottrattori naturali di anidride carbonica, la principale causa dell’aumento dei gas serra nell’atmosfera terrestre e di conseguenza dell’innalzamento delle temperature. Piantare alberi è quindi la principale soluzione per far fronte al riscaldamento globale.
La riduzione delle attuali emissioni e la transizione verso le energie pulite, pur urgenti e indispensabili, da sole non bastano per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (Cop 21) del 2015, ovvero quelli di limitare la crescita della temperatura media globale sulla superficie delle terre emerse e degli oceani “ben al di sotto dei 2 gradi centigradi”, entro la fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali. Urge quindi affiancare azioni “che portino molto rapidamente ad un abbassamento dei livelli di CO2 - si legge nell’appello - una di queste è molto semplice ed è alla portata di ognuno di noi: piantare alberi”. Che non risolve il problema nel suo complesso, ma aiuta prendere tempo nell’attesa di cambiare abitudini e stili di vita che hanno portato a questa situazione drammatica.
Attualmente, sulla Terra ci sono 5,5 miliardi di ettari di boschi (dati Fao). Secondo il recente rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), per ridurre di 1,5 °C il riscaldamento globale entro il 2050 sarebbe necessario avere un miliardo di ettari in più di foreste. “Nonostante ci sia ancora qualcuno che nega la crisi climatica - continua la nota delle Comunità Laudato sì - è ora di agire urgentemente tutti assieme, per evitare desertificazione, scioglimento delle calotte polari e dei ghiacci perenni, aumento del livello dei mari, aumento in frequenza e in intensità dei fenomeni metereologici estremi, aumento del rischio idrogeologico e di inondazioni, aumento della siccità e aumento del rischio incendi, aumento delle ondate di calore, variazione nella distribuzione degli habitat animali, estinzione di specie animali e vegetali, perdita di fertilità dei suoli e di suoli fertili, variazione della produttività agricola e della qualità/capacità nutrizionale, e tutti i fenomeni che ne conseguono, a partire dall’inarrestabile crescita di ondate migratorie incontrollabili di popolazioni che fuggono dai luoghi della Terra più fortemente colpiti dai fenomeni sopra elencati. La terra è una sola, è una risorsa limitata, non distruggiamola, perché come scrive lo scrittore francese François Mauriac, è inutile per l’uomo conquistare la Luna, se poi finisce per perdere la Terra”.
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