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ECONOMIA E POLITICA

Aumento Iva: per disinnescare la “bomba” da 23 miliardi di euro colpite ristorazione e alberghiero?

Solo un’ipotesi, ma nel riordino delle aliquote potrebbero pagare anche bar e ristoranti: la bocciatura Fipe e Federalberghi
IVA, RISTORAZIONE, Non Solo Vino
Aumenti Iva per la ristorazione ?

Disinnescare la “bomba” dell’aumento dell’Iva, che costerà 23 miliardi di euro, è il primo obiettivo del Governo, guidato da Giuseppe Conte: una sfida fondamentale, su cui le strategie in campo sono diverse, nessuna ancora certa, ma le più probabili riguarderebbero il riordino delle aliquote Iva e l’introduzione di agevolazioni per chi utilizza il pagamento elettronico, con l’ipotesi, ancora tutta da verificare di lasciare ferma l’Iva al 4% e quella al 22% ma alzare quella del 10% fino al 13%, che coinvolgerebbe così, tra i diversi beni e servizi, anche prodotti alimentari (carne, pesce, salumi, yogurt, uova, surgelati, pasticceria, cacao, marmellate e caramelle) e servizi di ristorazione e bar. Una possibilità che ha subito messo in allarme le due principali associazioni alberghiere e della ristorazione, Federalberghi e Fipe, che ovviamente bocciano senza appello le ipotesi di aumento delle aliquote Iva che continuano a circolare. “L’aumento dell’Iva sulle imprese alberghiere e della ristorazione - si legge nel comunicato congiunto - costituirebbe una iattura, con conseguenze gravi su un settore che conta più di un milione di occupati e che ha un impatto economico complessivo di oltre 120 miliardi di euro. Proseguendo su questa strada si finirebbe per fare un danno all’economia dell’intero Paese”.
“Le imprese del settore turismo attraversano una fase di difficoltà, determinata da un insieme di concause, tra cui spiccano il calo della domanda tedesca (nostro principale mercato estero), la stagnazione della domanda italiana (che costituisce il nostro principale mercato), il fallimento del secondo tour operator europeo (che ha lasciato due miliardi di euro di debiti), il dilagare degli abusivi e della concorrenza sleale e la riapertura di alcuni mercati della sponda sud del Mediterraneo (in primis Egitto, Turchia e Tunisia). Un aumento delle imposte - spiegano Bernabò Bocca, presidente Federalberghi, e Lino Stoppani, presidente Fipe/Confcommercio - oltre a costituire un clamoroso tradimento delle promesse solenni pronunciate pochi giorni or sono dal Governo nato per scongiurare l’aumento delle aliquote Iva, si tradurrebbe in un grave colpo alla competitività del sistema di offerta turistica italiana, a tutto vantaggio dei paesi concorrenti. Ci auguriamo quindi che le indiscrezioni circolate in queste ore vengano definitivamente ed ufficialmente smentite e che la manovra di bilancio, oltre a sterilizzare le clausole Iva, contenga misure concrete per accompagnare lo sviluppo di un settore cruciale dell’economia”.

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