In attesa di capire se il governo Usa guidato da Trump allungherà la lista dei prodotti su cui applicare i dazi, in una guerra commerciale iniziata mesi fa con l’Europa, arrivano i primi dati riguardanti le esportazioni dell’agroalimentare tricolore verso gli States, che non sono per niente positivi: come sottolinea la Coldiretti, i dati diffusi dall’Istat aggiornati ad ottobre 2019, sono sostanzialmente stagnanti, con una crescita delle spedizioni made in Italy in Usa di appena lo 0,6%, contro una media dei 9 mesi precedenti di +14,1%.Il dato, di fatto, evidenzia la Coldiretti, mostra gli effetti delle misure protezionistiche statunitensi scattate il 18 ottobre scorso contro una lista di beni europei che ha colpito molte delle più note specialità tricolori, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dall’Asiago al Gorgonzola fino alla Fontina, ma anche salumi, agrumi, succhi e liquori. Nella black list decisa dalla Rappresentanza Usa per il commercio (Ustr), nell’ambito della disputa nel settore aereonautico tra l’americana Boeing e l’europea Airbus, ricorda Coldiretti, ci sono complessivamente beni alimentari italiani per un valore all’esportazione di circa mezzo miliardo di euro, colpiti da aumenti tariffari aggiuntivi del 25% che hanno provocato il rincaro dei prezzi al consumo ed una preoccupante riduzione degli acquisti da parte dei cittadini e ristoratori statunitensi.
Il dazio per il Parmigiano Reggiano e per il Grana Padano ad esempio è passato - spiega la Coldiretti - dagli attuali 2,15 dollari al chilo a 6 dollari al chilo. Il risultato è che il consumatore americano lo dovrà acquistare sullo scaffale ad un prezzo che sale dagli attuali 40 dollari al chilo ad oltre i 45 dollari, un valore pari a più del doppio di quello del parmesan, la versione tarocca realizzata negli Usa. A trarne vantaggio, spiega la Coldiretti, sono state infatti le brutte copie americane realizzate in Wisconsin, California e nello Stato di New York, dal parmesan con un aumento della produzione ad ottobre del 5,7% rispetto al mese precedente fino al Romano, che ha registrato un balzo del 32,2% nello stesso periodo.
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