Tutti a casa. Il messaggio è amplificato ovunque ma c’è anche chi non vuole proprio saperne di prenderlo alla lettera, considerato che una buona fetta di italiani non rinuncia ad andare al supermercato. Anche quando non strettamente necessario. Nonostante l’emergenza Coronavirus, e gli inviti a non uscire, quasi 1 italiano su 3 (il 30%) non resiste nemmeno 72 ore prima di dover uscire per fare la spesa in negozi, supermercati e alimentari. Con tutti i rischi del caso, per se stessi e gli altri. L’indagine Coldiretti/Ixè, in riferimento alle nuove misure anti-contagio, arriva in un momento in cui si discute a livello nazionale per limitare ulteriormente gli spostamenti delle persone fuori dalle mura domestiche, acquisti alimentari compresi. Anche perché i numeri dimostrerebbero che le dispense sono piene e quindi la “corsa alle provviste” appare immotivata.
“Nel 38% delle case degli italiani - dice Coldiretti - sono state ammassate scorte di prodotti alimentari e bevande per il timore ingiustificato di non trovali più disponibili sugli scaffali. Nelle dispense sono stati accumulati soprattutto, nell’ordine, pasta, riso e cereali (26%), poi latte, formaggi, frutta e verdura (17%), quindi prodotti in scatola (15%), carne e pesce (14%), salumi e insaccati (7%), vino e birra (5%). Un comportamento irrazionale che sta provocando file davanti a negozi e supermercati”.
La conseguenza è il pericolo di eventuali ammassamenti, limitati comunque da ingressi scaglionati, che non fanno altro che aumentare il tempo di attesa. Ma non solo perché questa situazione si riversa pure nei lavoratori sottoposti ad uno stress inedito e continuo. Oltre 3 milioni di italiani, infatti, continuano infatti ad operare nella filiera alimentare: dalle campagne alle industrie e poi nei trasporti, all’interno di negozi e supermercati. Il tutto per garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione. L’approvvigionamento alimentare è assicurato in Italia dal lavoro di 740.000 aziende agricole e stalle, 70.000 imprese di lavorazione alimentare e 230.000 punti vendita che includono negozi, supermercati e discount.
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