Un’emergenza nell’emergenza. Dopo il Coronavirus, a dare l’ennesimo colpo all’agricoltura è il brusco calo delle temperature, scese anche sotto lo zero, con gelate e nevicate fuori stagione. Ingenti i danni agli impianti di frutta e alle produzioni orticole, nella fase delicata di fioritura e gemmazione, soprattutto al Nord Italia, ma anche nelle aree interne, ed in Puglia e Basilicata. Lo segnala Cia-Agricoltori Italiani, che sta monitorando la situazione attraverso le sue strutture territoriali.
Guardia alta in molte aree di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, con perdite importanti su albicocche, pesche e nettarine, in particolare nel Ravennate, Modenese e Ferrarese. A rischio anche ciliegi e susini in fiore, mentre per pere, mele e kiwi ci sono le gemme pronte bruciate da ghiaccio e freddo. Nei campi gravi danni si contano anche per le primizie di stagione, dai carciofi agli asparagi, dalle bietole alle cicorie ai piselli. Nell’Oltrepò pavese c’è paura soprattutto per i vigneti, mentre dal Grossetano in Toscana ci sono segnalazioni di danni alle primizie. Preoccupazione, lungo la costa abruzzese, per frutteti e vigneti soprattutto di uva bianca precoce. Invece in Puglia, dove finora la perturbazione ha risparmiato solo il Salento, si teme soprattutto per le colture orticole, mandorli, agrumi e varietà precoci di uva da tavola. Sono in pericolo anche gli ulivi e il grano, se dovessero abbassarsi ulteriormente le temperature.
“Gli agricoltori, con il senso di responsabilità che li caratterizza, stanno continuando a lavorare per assicurare cibo fresco e sano a tutte le famiglie, anche in questa fase di crisi - osserva il presidente degli Agricoltori Cia, Dino Scanavino - ora, però, si trovano a dover affrontare anche l’emergenza maltempo, che aggiunge danni e problemi a una situazione già difficile. Per questo chiediamo alla politica e alle istituzioni, che finalmente stanno comprendendo il ruolo strategico del settore primario, di sostenere l’agricoltura italiana con interventi e risorse adeguate”.
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