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IL CARRELLO DEGLI ITALIANI

Osservatorio Lockdown, come l’emergenza sta cambiando il modo di fare la spesa e di mangiare

Nomisma e Crif analizzano i consumi nel carrello: attenzione alla provenienza e alla salute. E, a fine lockdown, gli italiani sognano una cena fuori

L’emergenza che tutto il mondo sta vivendo, a causa del Coronavirus, non ha solo avuto conseguenze sull’economia, il sistema sanitario o gli equilibri politici: nel giro di poche settimane milioni, se non miliardi, di persone in tutto il globo ha visto le proprie abitudini cambiare, la propria routine sconvolta, e con esse, ovviamente, i consumi e le prospettive del tutto mutare. Nelle ultime settimane sono nate nuove routine, dal modo di fare la spesa, ai canali d’acquisto, passando per nuove modalità di comunicazione e sistemi valoriali: per questo Nomisma ha avviato, in collaborazione con Crif, azienda globale specializzata in sistemi di informazioni creditizie (Sic) e di business information, servizi di outsourcing e processing e soluzioni per il credito, l’Osservatorio “Lockdown. Come e perché sta cambiando le nostre vite”, un’indagine settimanale che prende in esame parametri come lo stato d’animo, i consumi, le caratteristiche della quarantena e i desideri degli italiani con l’intento di monitorare in maniera continuativa (per almeno 12 settimane) opinioni e trend e comprendere le trasformazioni in atto, quanto saranno profonde e quanto resteranno in modo strutturale anche nel “post-Coronavirus”.
La prima rilevazione effettuata mette in luce che il 74% degli italiani ritiene giusto (anche se tardivo) il “blocco” nazionale e il 41% si aspetta un ritorno alle prime forme di normalità a maggio, per il 27% degli italiani, invece, bisognerà attendere giugno.
Osservando le abitudini, una delle più influenzate è quella dell’andare a fare la spesa: uno sguardo al carrello della spesa alimentare ha messo in luce, infatti, che il lockdown ha inciso in modo determinante sulle preferenze degli italiani. In crescita gli acquisti di prodotti ed ingredienti: il 40% degli intervistati ha dichiarato di aver dato più spazio a farine e lieviti, ammettendo però, nel 36% dei casi, che ridurrà l’acquisto di questo tipo di prodotti al termine della quarantena. Stesso trend in crescita per l’approvvigionamento di alimenti a lunga conservazione: il 31% ha fatto scorta durante il lockdown, ma il 24% tornerà alle vecchie abitudini quando sarà finita l’emergenza Coronavirus. Boom per le confezioni multiple: il 64% le acquistava nel pre-quarantena, oggi il trend si è assestato a quota 79%, un dato che, secondo le previsioni degli stessi consumatori, è destinato a rimanere valido anche nella ripresa. Ovviamente, i cambiamenti nel carrello si riflettono poi anche a tavola: con il lockdown a cambiare sono state anche le modalità di acquisto. La percentuale di chi ha fatto la spesa online è aumentata del 10%. Nelle ultime tre settimane 3 italiani su 4 hanno ordinato cibo da asporto, in particolare il 64% ha preferito pasti pronti con consegna a domicilio. Nei negozi fisici cambiano le priorità: tra i fattori che orientano la scelta dei prodotti da mettere nel carrello della spesa c’è l’attenzione alla provenienza: il 22% dei consumatori ha sottolineato di aver scelto il made in Italy e le filiere corte, il 41% di chi si occupa della spesa ha dichiarato di fare attenzione alla data di scadenza di ciò che acquista. Forte poi l’attitudine ad acquistare cibi che garantiscono benessere e uno stile di vita salutare, una tendenza che nel periodo di quarantena tocca quota 49%. Il 20% degli italiani, poi, basa la scelta sulla sostenibilità del prodotto, mentre il 12% sceglie in funzione di un packaging sostenibile. Importante la performance del biologico che ha catalizzato l’attenzione del 30% della clientela non user. Cresce anche la percentuale di chi sceglie i negozi di vicinato, passata dal 40% al 54%. Il cambio di passo è determinato dalla paura di spostarsi e di creare assembramenti, ma la flessione registrata dalla consumer base degli ipermercati (dal 67% al 48%) sembra destinata ad attenuarsi nel corso della ripresa post-Coronavirus: gli italiani sono intenzionati a tornare a frequentare gli stessi negozi a cui erano abituati prima del lockdown.
Come è ovvio che sia, vista la forzata permanenza a casa, è proprio l’abitazione a trasformarsi in cuore pulsante di lavoro e tempo libero: il 77% delle famiglie italiane sta trascorrendo la quarantena in una casa fornita di apparecchiature tecnologiche che facilitano lo smart working. Ma non solo: 9 su 10 dispongono di un device con connessione wi-fi, il 62% una smart Tv. Questo, perché l’intrattenimento on-demand viene considerato fondamentale, che sia per vedere film o serie tv, per l’informazione e la comunicazione. Ma ci sono anche altre cose da fare: tra le altre attività tradizionalmente destinate ai momenti di svago diminuiscono sport e allenamento (per il 28% dei consumatori), mentre aumenta quello dedicato alla cucina (35%) e alle pulizie (36%).
Ma come sarà il dopo, come affronteranno gli italiani la famosa “Fase 2”? Sebbene la maggioranza degli italiani sia consapevole che la ripresa sarà graduale e improntata, almeno per i primi tempi, al distanziamento sociale, quando l’emergenza sarà finita tra i desideri più forti, oltre a riabbracciare i propri cari, c’è quello di una cena fuori, importante per il 43%, e un viaggio, desiderio espresso da 1 italiano su 3, che nel 70% dei casi avrà come destinazione una località di relax e svago in Italia.

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