Con oltre 34 miliardi di perdite stimati da qui alla fine del 2020 (su un giro di affari di 84 miliardi di euro nel 2019), la ristorazione, tra i settori in assoluto più colpiti dall’impatto del Covid, torna a chiedere aiuto, dal palco degli Stati Generali dell’Economia del Governo a Roma, sollecitando le misure più urgenti, ma anche un piano strategico per il futuro.
Serve “il rafforzamento dei provvedimenti di sostegno per le imprese, in modo particolare sui temi degli indennizzi per le ingenti perdite di fatturato, della liquidità per la quale si è risollecitata la tempestività e delle competenze professionali da preservare, con tutti gli strumenti di protezione sociale disponibili. I provvedimenti strutturali - spiega la Fipe/Confcommercio - e di visione strategica del settore riguardano, invece, l’attivazione di politiche governative sulla Ristorazione e la filiera agroalimentare, coordinate ed unitarie, capaci di dare dignità istituzionale al settore. Oggi le competenze sulla Ristorazione sono frammentate su tre Ministeri - Sviluppo Economico, Agricoltura e Turismo - che hanno altre priorità settoriali con i danni che da tempo Fipe denuncia: asimmetria di regole, concorrenza sleale, dequalificazione e despecializzazione professionale, sviluppo delle malattie cibo-alcol correlate - alcolismo, obesità, intolleranze e allergie alimentari -, fenomeni sociali gravi - mala movida e infiltrazioni “malavitose”. C’è bisogno di una regia unica che sappia migliorare il settore nell’interesse anche del Paese, favorendo la sua trasformazione digitale, investendo sul suo capitale umano, rafforzando l’identità con elementi strategici per la filiera agroalimentare e turistica, rivedendo il sistema delle regole uniche per tutto il settore. Il settore disciplinato da una legge che ha trent’anni (Legge 287/1991), quando esisteva un altro mercato e altri modelli di consumo. La domanda è cambiata, i modelli di consumo si sono evoluti, il Paese ha bisogno, anche, di una ristorazione forte per il suo rilancio”.
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