Come abbiamo scritto ieri, analizzando il report curato da Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi/Confcommercio), “Secondo mese dalla riapertura: il bilancio delle imprese di ristorazione”, dopo 2 mesi dalla riapertura la situazione dei pubblici esercizi italiani resta grave a causa di una ripartenza troppo lenta. Nonostante i fatturati siano in leggero recupero si registrano perdite ancora del 40%, con effetti pesanti sulle prospettive e la sostenibilità economica delle aziende, che incidono sullo stato di fiducia degli imprenditori, che non vedono a breve la possibilità di un ritorno alla normalità. Il crollo dei flussi turistici, così come lo smart working, che svuota gli uffici ed i centri delle città, sono senza dubbio i motivi alla base di tanta difficoltà, come sottolinea il presidente Fipe-Confcommercio Enrico Stoppani, che ha ribadito le proprie soluzioni per uscire dall’impasse, o almeno provarci.
“Ancora molte ombre e troppe poche luci, a due mesi dalla riapertura dei pubblici esercizi. Il calo dei fatturati è ancora pesante - spiega Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio - e con questi numeri la situazione si fa sempre più insostenibile. Le cause di una ripartenza drammaticamente lenta sono da ricercare certamente nella riduzione dei flussi turistici nazionali ed esteri, ma non solo. Il calo dei consumi è dovuto anche alla chiusura degli uffici e alla conseguente assenza dei lavoratori dal centro delle città e dai quartieri direzionali. Da questo punto di vista allentare il ricorso allo smart working potrebbe ridare slancio a molte attività. La Fipe/Confcommercio continua a proporre soluzioni, come il rafforzamento degli indennizzi a fondo perduto, la proroga degli ammortizzatori sociali, il credito di imposta sui canoni di locazione e la riduzione dell’aliquota Iva. Interventi che, a nostro avviso, potrebbero essere importanti per dare una spinta alla ripresa. Speriamo che i nostri appelli non siano vani e che le Istituzioni ci diano ascolto”.
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