“Con il 75% del mercato degli agrofarmaci e il 63% di quello delle sementi nelle mani di sole tre multinazionali a livello mondiale è evidente la necessità per l’Italia di rafforzare il sistema dei Consorzi Agrari che sono l’unica struttura degli agricoltori italiani in grado di sostenere il potere contrattuale delle imprese agricole”. Così il presidente Coldiretti Ettore Prandini commenta la notizia in relazione alla costituzione della società Cai (Consorzi agrari d’Italia) fra BF (Bonifiche Ferraresi) e i Consorzi Agrari Adriatico, Centro Sud, Emilia e Tirreno.
Bonifiche Ferraresi ha deciso di sottoscrivere l’aumento di capitale di Cai dando vita a un polo riferimento di centinaia di migliaia di aziende diffuse capillarmente su quasi tutto il territorio, comprese le aree più difficili. Una operazione, ha sottolineato Coldiretti, “a sostegno dello sviluppo e della competitività dell’agricoltura italiana, di fronte al crescente strapotere delle multinazionali nel mercato dei mezzi tecnici oltre che su mercati sensibili come quelli delle sementi che mette a rischio la sovranità alimentare e la biodiversità dei singoli Paesi”. Nello specifico, spiega Prandini, “la nuova realtà estende la propria operatività, dall’innovazione tecnologica ai contratti di filiera, dalle agroenergie al giardinaggio, dalla fornitura dei mezzi tecnici alla salvaguardia delle sementi a rischio di estinzione”.
La tutela dell’agroalimentare diventa fondamentale per non dover essere costretti a rivolgersi ai mercati esteri. “L’allarme globale provocato dal coronavirus - conclude Prandini - ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico della filiera del cibo e delle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma ne sta però mettendo a nudo tutte le fragilità sulle quali è necessario intervenire con un piano nazionale per difendere la sovranità alimentare e non dipendere dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali”.
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