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SQUILIBRI ALIMENTARI

Ogni anno un terzo del cibo viene buttato via. WoirNet.org: danno economico, sociale e ambientale

Lo spreco di 1,4 miliardi di tonnellate costa 800 miliardi di dollari, mentre 850 milioni di persone soffrono di denutrizione in 55 Paesi del mondo
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Ogni anno un terzo del cibo viene buttato via e sprecato

Ogni anno nel mondo viene sperperato oltre un terzo del cibo prodotto per il consumo umano. Uno spreco di 1,4 miliardi di tonnellate di generi alimentari (nei Paesi più industrializzati come l’Italia si tratta per l’80% di alimenti gettati via dai consumatori e per il 20% di scarti del processo di produzione e di trasporto) che comporta un costo di circa 800 miliardi di dollari per l’economia globale. Un problema economico ed anche etico, visti gli 850 milioni di persone che soffrono di denutrizione in 55 Paesi; come lo Yemen, già fiaccato dalla guerra civile e dall’invasione di locuste che ne distruggono i raccolti, o come il “triangolo rosso” composto da Burkina Faso, Nigeria Nordorientale e Sudan del Sud, che riporta alla memoria la situazione estrema che nel 2011 si determinò in Somalia, dove morirono oltre 260.000 persone.

Numeri e preoccupazioni tracciati dalla World Organization for International Relations (WoirNet.org), che inserisce anche un terzo tema, quello dell’impatto sull’ambiente. “A livello globale, lo spreco alimentare è responsabile di 4,8 miliardi di tonnellate di gas serra emesso nell’atmosfera e di un consumo di acqua pari a 180 miliardi di metri cubi”, dice il presidente e segretario generale Alejandro Gastón Jantus Lordi de Sobremonte, che sottolinea comunque i progressi dell’umanità nel tentativo di ridurre la fame nel mondo. “Rispetto all’inizio degli anni Novanta, seppure vi sia stato l’aumento di quasi 2 miliardi della popolazione mondiale, sono ben 300 milioni le persone che non soffrono più la fame. Ma ancora oggi si contano 850 milioni di uomini, donne e bambini che soffrono di denutrizione in ben 55 Paesi. Stiamo parlando di 150 milioni di persone che soffrono di insicurezza alimentare acuta e, nonostante gli sforzi, di 700 milioni le persone che vanno a letto quasi sempre a stomaco vuoto”.

La World Organization for International Relations afferma la necessità improrogabile di cambiamenti radicali nel modo in cui le società producono e consumano, e per questo proclama il 2021 “Anno Internazionale dell’Alimentazione”, sottolineando la necessità di focalizzare l’attenzione dei governi e dell’opinione pubblica su una tematica così importante per la sopravvivenza dell’intero pianeta. L’obiettivo del Woir è di unirsi agli sforzi della Food and Agriculture Organization of the United Nations (Fao) e del World Food Programme (Wfp) per mettere fine alla fame entro il 2030, raggiungendo la sicurezza alimentare, migliorando la qualità della nutrizione e promuovendo l’agricoltura sostenibile così come previsto dalla nuova Agenda 2030 sottoscritta dai Paesi delle Nazioni Unite.

“Attraverso questa politica “Fame Zero” propugnata da WoirNet.org insieme all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura ed al Programma Alimentare Mondiale -commenta Viola Lala, press officer dell’associazione - si potrà arrivare anche ad una minore deforestazione ed alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, fermando così l’innalzamento delle temperature sotto i 2° C, il punto limite oltre il quale si avranno effetti catastrofici sull’ambiente mondiale”.

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