Il rapporto tra benessere, alimentazione e salute del pianeta è sempre più chiaro agli occhi del consumatore, che, anche in tempi di Covid, non ha rinunciato a mettere nel carrello della spesa prodotti alimentari biologici. Che restano comunque una quota minoritaria, il 3% delle vendite alimentari nei canali retail, ma che nel 2020 sono aumentate del 4% rispetto all’anno precedente, in un contesto di crescita generalizzata delle vendite alimentari nella grande distribuzione. Cifra che sale al 6% nelle tre settimane a cavallo di Natale (+13% invece la crescita dell’agroalimentare in generale), secondo le ultime rilevazioni dell’Ismea. A registrare l’aumento più significativo sono stati i vini e gli spumanti bio (+27%). Molto bene anche gli ortaggi (+11%) e le carni (+15%), mentre il fatturato della frutta certificata nei supermercati risulta in lieve flessione del 2%. Sotto le feste il consumo di biologico è stato concentrato soprattutto al Nord (64%), benché l’Italia centrale (25%) abbia mostrato il progresso maggiore (+8%). Rimane bassa l’incidenza del Sud, fermo all’11% del totale.
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