Stop alla vendita di mammiferi selvatici vivi nei mercati alimentari, per prevenire la diffusione di malattie infettive. Lo ha chiesto l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in quanto “gli animali, in particolare quelli selvatici, sono la fonte di oltre il 70% di tutte le malattie infettive nell’uomo, molte delle quali sono causate da nuovi virus”, ha fatto sapere l’Oms.
“Occorre ora un impegno concreto per fermare l’incontrollata proliferazione degli animali selvatici con il numero dei cinghiali presenti in Italia che ha superato abbondantemente i 2 milioni, con danni, aggressioni e incidenti ma anche un evidente rischio sanitario”, afferma la Coldiretti, che sottolinea come sia sempre più frequente, con i lockdown, la presenza di animali selvatici nelle città alla ricerca di cibo tra i rifiuti, nei parchi e addirittura nei cortili delle case alla ricerca di cibo con evidenti rischi per la salute. Una emergenza che si allarga dalle campagne alle città, compromettendo l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico. Senza dimenticare la distruzione di raccolti agricoli, l’uccisione di animali e gli incidenti stradali sempre più frequenti con la perdita di vite umane.
Un problema reale, continua Coldiretti, evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano un ruolo fondamentale per la diffusione del virus Psa e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di cinghiali.
L’azione secondo il Piano, conclude Coldiretti, deve essere indirizzata alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Oltre otto italiani su 10 (81%), secondo l’indagine Coldiretti-Ixè, pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero. Il 69% degli italiani ritiene che siano troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale. Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali.
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