La Spagna frena sul Nutriscore, il sistema di etichetta nutrizionale a colori che vorrebbe aiutare il consumatore a seguire abitudini alimentari più salutari. Ma che sin da subito ha scatenato polemiche e mal di pancia continentali anche perché metterebbe nella “black-list” eccellenze come l’olio extravergine di oliva, il Parmigiano e, per restare in Spagna, il prelibato jamón ibérico, tra i simboli della cultura gastronomica iberica. Adesso, con il “raffreddamento” spagnolo, si indebolisce il fronte dei Paesi favorevoli al Nutriscore e ciò potrebbe portare a nuovi sviluppi. Coldiretti ha parlato di una decisione che “salva la Dieta Mediterranea”, riferendosi al voto favorevole della Commissione Salute e Consumo del Congresso spagnolo - con l’appoggio della quasi totalità dei partiti - alla proposta di risoluzione non legislativa per chiedere al governo di mantenere volontario il sistema di etichettatura nutrizionale Nutriscore, fino al raggiungimento di un accordo a livello Ue su una etichettatura nutrizionale fronte pacco (Fopnl) armonizzata. “Nel testo - sottolinea la Coldiretti - si sollecita il Governo a promuovere dei sistemi di etichettatura Fopnl che siano adattati alla dieta mediterranea e ai prodotti ad indicazione geografica o denominazione di origine, considerato il loro valore nutrizionale e benefico per la salute. Una esigenza reale sollecitata anche dalla Coldiretti che ha evidenziato come con l’etichettatura nutriscore francese come con quella a semaforo adottato in Gran Bretagna si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate. L’etichetta nutrizionale a colori peraltro boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) che la stessa Ue dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid”. Ma sul tema rimane una spaccatura tra i Paesi Europei.
“Le discussioni in sede di Consiglio Ue - aggiunge Coldiretti - fanno già intravedere una sostanziale divisione in due fronti: se la Francia guida un consistente fronte pro-Nutriscore con l’appoggio della Germania, l’Italia si sta muovendo per rafforzare ulteriormente una coalizione a supporto di un sistema armonizzato, che sia diverso dal Nutriscore e che vada a rivedere alcuni dei principi e idee alla base del sistema francese, supportato anche formalmente al momento da Repubblica Ceca, Romania, Cipro, Grecia e Ungheria. La Commissione europea ha anche avviato ad inizio 2021 una consultazione pubblica mentre il Parlamento europeo non si è ancora espresso sull’argomento. In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza contrastando le indicazioni fuorvianti ed estendendo l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy. In gioco c’è lo storico record di oltre 46,1 miliardi di esportazioni agroalimentari Made in Italy del 2020 con un aumento dell’1,7% realizzato in piena pandemia Covid in controtendenza rispetto agli altri settori produttivi”.
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