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FOOD

L’agroalimentare italiano verso il record di export (50 miliardi), ma chiusure e frodi preoccupano

Coldiretti: l’estate in zona bianca ha portato un incremento dell’ospitalità e degli incassi per la ristorazione superiore ai 20 miliardi di euro
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L’estate 2021 in zona bianca ha fruttato 20 miliardi di euro alla ristorazione italiana

Dopo la rinascita il rischio per gli operatori del settore è quello di rivivere il “periodo nero” delle chiusure. Sale la preoccupazione nel mondo della ristorazione dopo che l’estate in zona bianca per l’intera Penisola ha determinato un significativo incremento dell’ospitalità e degli incassi per la ristorazione pari ad un valore superiore ai 20 miliardi di euro. La stima porta la firma della Coldiretti e dimostra come per i 360.000 bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi italiani la ripartenza ci sia stata con benefici sull’intera filiera. Però adesso ci sarà da fare i conti con i probabili cambi di colore di alcune Regioni (probabile la Sicilia, a Rischio la Sardegna, ndr).
“Un risultato importante - ha commentato Coldiretti - che non può essere messo a rischio dalla ripresa dei contagi e dai cambi di colore che limitano le opportunità dei cittadini e mettono in crisi il primato Made in Italy nell’enogastronomia a livello internazionale. Per mangiare fuori casa è destinato oltre un terzo del totale dei consumi alimentari delle famiglie italiani con una tendenza all’aumento che non si è mai arrestata prima dell’emergenza Covid”.
Un ritorno della clientela provvidenziale dopo che, nel 2020, si è dimezzato (-48%) il fatturato della ristorazione, aspetto evidenziato dall’analisi Coldiretti su dati Ismea, presentata in vista del Cibus (dal 31 agosto al 3 settembre, a Parma).
Nel 2020 il settore ha perso quasi 41 miliardi di euro, complice anche la minima presenza del turismo internazionale. Adesso si è rimesso in moto un sistema che coinvolge 70.000 industrie alimentari e 740.000 aziende agricole lungo la filiera per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro. La svolta positiva si traduce con quasi due italiani su tre (65%) in vacanza che hanno scelto di mangiare principalmente fuori casa in ristoranti, trattorie, pizzerie, agriturismi, pub o fast food (analisi Coldiretti/Ixè). A beneficiarne sono anche le produzioni locali con il 78% degli italiani in vacanza che preferisce consumare prodotti tipici a chilometro zero con appena il 15% che vuole ricercare in villeggiatura i sapori di casa propria. Una netta minoranza (5%) si affida alla cucina internazionale, il 2% prova altre esperienze nel piatto. Balza all’occhio che il 59% degli italiani in vacanza in Italia al mare, in montagna o nel verde durante questa estate ha scelto, riporta Coldiretti, di visitare frantoi, malghe, cantine, aziende, agriturismi o mercati degli agricoltori per acquistare prodotti locali per portarsi a casa un pezzo di storia della tradizione italiana a tavola.
Ma il settore non deve vedersela solo con la pandemia ma anche dall’annosa questione delle frodi alimentari, come sottolinea ancora Coldiretti, dopo l’operazione fatta scattare in tutta Italia dai reparti del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare con denunce e multe per false informazioni e frodi ai consumatori sulla qualità delle materie prime utilizzate, dalla mozzarella alle nocciole, dal falso Grana alla fontina, con una grave danno alle produzioni Dop nazionali.
Il sistema dell’enogastronomia Made in Italy solo per la “Dop Economy” ha messo segno un valore della produzione di 16,9 miliardi di euro e un export da 9,5 miliardi di euro con il contributo di oltre 180.000 operatori (elaborazioni Coldiretti su dati Ismea-Qualivita). Un patrimonio messo a rischio dall’epidemia di falsi e tarocchi, per un valore di oltre 100 miliardi di euro. del cosiddetto “italian sounding”
nel mondo per effetto della pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia ma che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale.
“Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare” ha detto il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’evidenziare che “l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Giancarlo Caselli, presidente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Agromafie”.
In gioco c’è un patrimonio agroalimentare nazionale che vale 538 miliardi di euro dal campo alla tavola, che offre milioni di posti di lavoro e che, nel 2021, si avvia a segnare il record storico delle esportazioni a 50 miliardi: una rinascita dopo i mesi bui dell’emergenza Covid nel 2020.

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