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FINE WINE

Il vino pregiato oltre le crisi, è il primo asset d’investimento dei “super ricchi” (+16% sul 2020)

Il trend evidenziato da WineNews per Luigi Sangermano, ad Laurent-Perrier Italia, non risentirà delle problematiche legate al conflitto Russia-Ucraina

I “super ricchi” scommettono sul vino pregiato come primario asset di investimento. Un trend tante volte evidenziato da WineNews, che, secondo il Knight Frank Luxury Investment Index, vede il settore del fine wine registrare la crescita più alta tra gli investimenti nel lusso nel 2021 con un +16%, che diventa addirittura +137% se si tengono in considerazione gli ultimi 10 anni. Nonostante la pandemia, le difficoltà della catena di approvvigionamento e i tragici fatti che riguardano il conflitto attualmente in corso tra Russia ed Ucraina, il mercato dei vini pregiati si sta dimostrando molto solido: l’indice “Liv-ex 100”, che misura l’andamento del mercato dei vini pregiati, nel 2021 ha registrato un boom con un +23% e anche nel 2022 si è aperto in crescita con un +1,8% a gennaio. Un incremento trainato dal consumo delle etichette di pregio all’interno dei locali di ristorazione italiana: i dati Istat descrivono una crescita nel 2021 del 22,3% nelle vendite di food & wine nei canali della ristorazione italiana e il 35% dei consumatori prevede una crescita della spesa per l’acquisto di bottiglie di alta gamma al ristorante per il 2022, stando ad una ricerca Nomisma-Wine Monitor per l’Istituto Grandi Marchi. E il settore dei vini pregiati presenta grandi margini di potenzialità anche verso le nuove generazioni: secondo il “Luxury Market Report” della casa d’aste Christie’s, il 24% delle vendite che hanno riguardato vini pregiati e spirits sono stati acquistati dai Millennial.
“Investire nel vino pregiato permette di avere un punto di vista assai più ampio rispetto ai tradizionali investimenti in beni rifugio quali oro, orologi e diamanti - analizza Luigi Sangermano, imprenditore del lusso e ad di Laurent-Perrier Italia - investire nelle etichette di alta gamma che possono essere consumate dai collezionisti rende il mercato molto più sicuro, quindi meno volatile e con capacità di rendimento a doppia cifra nel lungo periodo: il terribile conflitto in corso, paradossalmente, non creerà particolari problematiche a questo comparto, anzi. Nei prossimi anni ci sarà una bolla speculativa che farà nuovamente calare le quotazioni dei classici beni rifugio, bruciando capitali e facendo calare drasticamente il numero di operazioni sul mercato. Il vino pregiato, al contrario, continuerà il suo percorso di crescita, magari rallentando, ma comunque senza mai fermare lo scambio e la crescita di valore”.
In Italia, invece, secondo una recente ricerca di Intesa Sanpaolo Private Banking, il vino pregiato risulta essere collezionato solamente dall’1% dei rispondenti contro il 21% di appassionati di dipinti e pitture, seguiti dal 17% per le fotografie e dal 16% per sculture e opere su carta, evidenziando quindi un forte margine di crescita nel nostro Paese rispetto alle stime mondiali
. Sono diverse le motivazioni dietro a questo vero e proprio boom: in primo luogo il vino ha una bassa correlazione con i mercati economici più tradizionali, condizione che rende questo bene più resistente alle attuali problematiche legate al conflitto in corso come l’aumento dell’inflazione. Inoltre il mercato ha un’offerta di bottiglie pregiate necessariamente limitata: molte di esse infatti vengono aperte e consumate, l’offerta si riduce e, di conseguenza, sale il prezzo delle bottiglie rimaste sul mercato.
L’indice rilevato dal report di Knight Frank Luxury Investment ha messo in evidenza come nel 2021 gli investimenti siano cresciuti complessivamente del 9%: in questa speciale classifica il vino pregiato è a pari merito con gli orologi da collezioni (sempre +16%), seguito da opere d’arte (+13%), monete antiche e whisky di pregio che fanno registrare un incremento del 9%. Tra i prossimi sviluppi sempre relativi al segmento del “fine wine”, si stanno affacciando sul mercato le prime edizioni limitate di bottiglie dove l’Nft (Non-Fungible Token) rappresenta l’etichetta del vino ed è realizzata da artisti digitali. Oltre a garantire l’autenticità della bottiglia, sarà possibile rivendere facilmente l’oggetto acquistato scambiando l’Nft, perché il sistema di tracciamento della blockchain registra ogni transazione e aggiorna automaticamente il certificato di proprietà digitale della bottiglia. Si tratta di un mercato ancora in fase embrionale, ma già diverse cantine stanno iniziando a muoversi con iniziative innovative ad hoc.

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