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LA CRESCITA

Oltre un quarto (27%) del vino italiano venduto nel mondo è spumante. E la richiesta aumenta

I dati Istat analizzati da WineNews: nel primo quadrimestre 2024, export a 684 milioni di euro (+11,2% in valore e +14,3% in volume su un anno fa)
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Continua a crescere l’export degli spumanti italiani

Si parla, ormai da tempo, di cambiamento dei consumi, di una crescita, per quanto riguarda il vino, di prodotti più di pronta beva, e quindi dei bianchi e, soprattutto, degli spumanti. Vini che ormai si bevono sempre più a tutto pasto (ma che hanno anche un fondamentale ruolo nella mixology), trovando il gradimento delle nuove generazioni e l’assist, indiretto, di un clima sempre più caldo che fa preferire, sovente, proprio le bollicine ed i vini bianchi ai rossi. Un trend che è confermato dai numeri. Nel periodo da gennaio ad aprile 2024, le esportazioni di vino spumante italiano, a livello globale, sono vicine ai 684 milioni di euro (+11,2% in valore sullo stesso periodo 2024) ed a 160,6 milioni di litri (+14,3% in volume sul primo quadrimestre 2023) - soprattutto grazie al Prosecco (+11,2%), che, con 519 milioni di euro, copre un quinto delle importazioni di vino italiano nel mondo - a dimostrazione di come le bollicine italiane siano un volano sempre più determinante per il settore e con importazioni in crescita, guardando alle percentuali, rispetto alle altre tipologie. Analizzando i dati complessivi, le esportazioni di vino italiano, a livello globale (+7% in valore e +5,8% in volume sul primo quadrimestre 2023), hanno superato i 2,5 miliardi di euro e quindi il vino spumante si prende oltre il quarto del totale (il 27%) in valore ed oltre il 23% nei volumi. E quasi tutti i principali partner dell’Italia sono in crescita per quanto riguarda l’export degli spumanti, come si legge dai dati Istat analizzati da WineNews.
Ad iniziare dagli Stati Uniti, Paese di riferimento, con 170,2 milioni di euro in valore (+3,9), davanti al Regno Unito (109,3 milioni di euro, +14,4%) e alla Russia che, con un sensazionale “balzo” in avanti, arriva a 48,7 milioni di euro (+120,7%), conquistando il podio e scavalcando, così, la Germania, che si avvicina a 46,4 milioni di euro (+5,2%). Tornando al Regno Unito, quasi la metà delle importazioni effettuate (il 44,5%) è di spumante. In quinta posizione troviamo la Francia, la patria dello Champagne, che ha importato spumanti italiani per 37,8 milioni di euro (+6,4%), e, curiosamente, la stessa percentuale, ma in negativo, l’ha fatta registrare per il dato complessivo sulle importazioni di vino italiano, a dimostrazione dell’appeal degli spumanti del Belpaese anche Oltralpe. Bene la Svizzera (+7,3% a 21,9 milioni di euro), altro Paese che aveva un dato negativo sul totale delle importazioni.
Ottima performance da parte dell’Austria a 18,8 milioni di euro nei primi quattro mesi 2024 (+21,2%), ma anche del Canada, vicino a quota 15,8 milioni di euro (+16,9%). Va giù invece la Svezia (-6,8%), che scende a 16,4 milioni di euro, mentre ci sono buoni segnali dal Giappone (+3,7%), che registra 11,3 milioni di euro di importazioni di vino spumante. Vanno in doppia cifra, in quanto a crescita in valore, i Paesi Bassi (+11,2%), che superano i 7,6 milioni di euro. Le note dolenti, Giappone a parte, arrivano dall’Asia con la Cina, che riporta un pesante -15,8% fermandosi a 3,1 milioni di euro. Scende di poco sotto gli 1,8 milioni, invece, la Corea del Sud (-16,8%), al contrario di Hong Kong (+22,2%), che è poco lontano da toccare quota 1,7 milioni di euro nei primi quattro mesi 2024.
Ad eccezione di pochi Paesi, dunque, gli spumanti crescono in tutti i mercati principali, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna (qui le bollicine italiane mantengono un forte appeal), passando per la Francia e la Germania, dove vanno decisamente meglio, come tasso di crescita, dei vini fermi. Ancora presto per disegnare scenari definitivi, ma di certo l’influenza degli spumanti nel mercato globale è destinata ad avere un peso sempre più rilevante.

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