“L’Italia è uno degli attori principali, uno dei top player nel mondo delle bollicine. L’industria italiana delle bollicine è molto “smart”, è sempre più importante nel mercato perché è vicina alle aspirazioni e alle aspettative dei consumatori. La spumantistica italiana è un settore di tutto rispetto”. Pensieri e parole di Richard Geoffroy, guru delle bollicine, tra gli enologi più importanti al mondo, per tanti anni Chef de Cave del mito assoluto di Champagne, Dom Pérignon, e ora in Bellavista, griffe della Franciacorta (gruppo Terra Moretti), dopo la vendemmia 2021, a fianco di Francesca Moretti (con le prime bottiglie di questa nuova era di Bellavista presentate ieri, come abbiamo raccontato qui). Parole importanti, quelle di Geoffroy, enologo che conosce il mondo, i mercati, e per il quale la spumantistica non ha segreti. E che vede un futuro radioso per le bollicine (come del resto confermano tutte le analisi economiche degli ultimi anni, e anche le proiezioni sul futuro dei consumi, che vedono i rossi in calo, e gli spumanti in crescita, così come i vini bianchi più freschi e leggeri, ndr), e per quelle italiane in particolare: “il futuro delle bollicine è brillante, se c’è una categoria che può emergere meglio da questa fase difficile del mercato del vino è proprio quella degli sparkling wine. E l’Italia è uno tra i Paesi più consolidati nella categoria, e le prospettive e le aspettative sono molto molto elevate. Il segreto delle bollicine (italiane e non solo) è semplicemente la “bevibilità”, perché le bollicine servono per portare e condividere gioia e felicità - spiega ancora Geoffroy - devono essere accessibili a qualsiasi livello di qualità, mantenendo la loro “bevibilità”, la semplicità con cui possono essere bevute”.
Una visione generale sulla spumantistica mondiale ed italiana, quelle di Geoffroy, che si cala perfettamente poi sulla strada del prossimo futuro di Bellavista. “Per me, Bellavista ha il potenziale per diventare un leader nello scenario mondiale delle bollicine. Tutto ruota intorno alla volontà di alzare gli standard, conferendo una svolta stilistica netta ai vini, rendendoli più “individuali” nel loro stile, e farlo di anno in anno, non smettendo mai di sperimentare”. “Vi invito a rimanere aggiornati”, ha detto Richard Geoffroy, nella presentazione delle prime tre cuvée (con base vendemmia 2021), che ha firmato (anche in retro etichetta) con Francesca Moretti, Alma Assemblage 1, Alma Rosé Assemblage 1, Alma Non Dosato Assemblage 1. Spiegando a WineNews: “abbiamo iniziato dalle basi, a partire dall’“entry wine” di Alma, che vogliamo portare ai massimi livelli dal punto di vista dello stile e del carattere, e ora lavoriamo sulla Cuvèe Vittorio Moretti. Vi saranno tantissime cose da scoprire per i prossimi 2, 3 anni. È un progetto completo, da Alma alla Vittorio Moretti”.
Un percorso lungo, che arriva dalla messa a sistema di una grande “granularità”, che si riflette anche nei vigneti. “Conoscete il prestigio che uno ha nel lavorare le vigne e i vini. È come un patchwork di lavori messi insieme fatto su tanti blocchi diversi che vengono gestiti in maniera individuale e specifica. Questo rappresenta un’unicità nel mondo delle bollicine”. E guardando sullo stesso piano lo Champagne ed il Franciacorta, quanto meno nella declinazione di Bellavista, Richard Geoffroy spiega: “sono due espressioni “premium” delle bollicine. Lo Champagne esprime più complessità, “autorevolezza”, mentre Bellavista fa più leva sul piacere, sulla gioia, sulla freschezza, sul frutto. Ma sono due espressioni distinte della stessa categoria. Io sono un uomo di Champagne, ho alle spalle una famiglia che da otto generazioni lavora in quell’area, ma penso che la Franciacorta sia un territorio vocato, un’eccellenza a livello mondiale, con un’identità definita, riconoscibile, con competenze e capacità di innovazione illimitate: non ha, quindi, bisogno di imitare altri modelli. Francesca Moretti ha avuto questo intuito e insieme abbiamo lavorato per rendere Bellavista espressione originale e unica del luogo”.
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