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VINO E FINANZA

Valore raddoppiato, capitalizzazione più che triplicata: i 10 anni in Borsa di Italian Wine Brands

I dati della prima realtà del vino italiano a quotarsi, nel 2015. Fatturato da 140 a 400 milioni di euro, con un Ebitda che da 12 è arrivato a 50
ALESSANDRO MUTINELLI, BORSA, CAPITALIZZAZIONE, EBITDA, ELECTA VENTURES, FATTURATO, FINANZA, ITALIAN WINE BRANDS, QUOTAZIONE, SIMONE STROCCHI, VALORE, Italia
Alessandro Mutelli, Ceo Italiana Wine Brands, e Simone Strocchi di Electa Ventures

Dal 2015, anno della quotazione in Borsa del gruppo Italian Wine Brands, esattamente il 29 gennaio di allora, e prima realtà del vino italiano a fare questo passo, il titolo ha registrato una crescita di valore pari a oltre il 130%, passando dai 10 euro per azione al momento della quotazione agli oltre 22 euro odierni. Parallelamente, la capitalizzazione di mercato è cresciuta dai 60 milioni di euro del giorno dell’Ipo, a oltre 210 milioni attuali, confermando la solidità del gruppo e l’apprezzamento degli investitori. Il fatturato, è passato da 140 milioni di euro nel 2015 a 400 milioni attuali. “E l’Ebitda 2024 dovrebbe chiudersi sui 50 milioni di euro, rispetto ai 12 del 2015”, ha sottolineato Alessandro Mutinelli, presidente e Ceo Iwb, nel celebrare e nell’analizzare il primo decennio di quotazione in Borsa del gruppo che, negli anni, ha messo insieme realtà come Giordano Vini e Provinco, e aggregato altre cinque aziende, Svinando, Raphael Dal Bo, Enoitalia, Enovation Brands e Barbanera, “coinvolgendo tutti i fondatori e le famiglie delle aziende via via consolidate nel progetto e nel capitale della società”. E in questo senso, ha detto ancora Mutinelli, potrebbero arrivare ancora altre acquisizioni, “purché siano coerenti con gli obiettivi di innovazione e creazione di valore del gruppo, che ha raccolto la sfida della Borsa, prima società del vino quotata quando tutti dicevano che le realtà del vino erano troppo piccole, richiedevano troppi investimenti e non garantivano un adeguato ritorno sul capitale”, mentre la case history di Italian Wine Brands ha dimostrato il contrario, fino ad oggi. Ma “il cammino non è ancora concluso”, ha detto ancora Mutinelli.
Oggi, con oltre il 70% di flottante, Iwb, spiega una nota del gruppo, “rappresenta una vera e propria public company, con migliaia di azionisti, tra cui investitori istituzionali italiani ed esteri e privati cittadini”. Una realtà che realizza l’80% delle vendite sui mercati internazionali, e che “vanta ben 5 laboratori di analisi impegnati a monitorare costantemente la qualità di materie prime e prodotti, distribuendo circa 160 milioni di bottiglie in oltre 90 Paesi di tutti i 5 continenti, rispetto ai 44 milioni venduti nel 2015. Il gruppo comprende nel suo portafoglio oltre 70 brand proprietari e private labels divisi per fasce di prodotto, che comprovano la sua capacità nel creare vini di elevata qualità in grado di rispondere al gusto, sempre in evoluzione, di qualsiasi estimatore”, spiega ancora Iwb.
Il cui debutto in borsa risale esattamente al 29 gennaio 2015, “quando il gruppo fu creato con vocazione di aggregatore di aziende vinicole per determinare un campione di settore. La fondazione del gruppo Iwb di fatto avvenne contestualmente alla quotazione sull’allora mercato Aim (oggi Egm), attraverso un’evoluzione del modello Spac, la pre-booking Ipo Challenger promossa da Electa Ventures di Simone Strocchi, consolidando al suo avvio due realtà come la trentina Provinco Italia e la piemontese Giordano Vini. L’obiettivo - spiega una nota ufficiale - fu da subito chiaro, ovvero supportare un progetto, guidato da Alessandro Mutinelli e sostenuto da nuovi capitali, determinato a formare un leader di settore in un mercato vinicolo storicamente molto frazionato. Un’operazione con una visione industriale che ha dimostrato e tutt’ora rappresenta quanto la finanza, intesa come capitale di costruzione e non di mero trading, possa aiutare nella formazione di campioni di industria guidati da imprenditori determinati e visionari, che diventano essi stessi aggregatori di settore e traino di intere filiere italiane di eccellenza”.
“In questi 10 anni dalla quotazione - aggiunge Alessandro Mutinelli - abbiamo sempre guardato avanti, al domani, al nuovo da sviluppare, a come si poteva crescere e rendere Iwb sempre più forte sul mercato. Per questo anniversario, però, uno sguardo indietro, alla strada che abbiamo percorso è dovuto. Voglio ringraziare tutti coloro che assieme a me, con passione, competenza e determinazione, mi hanno accompagnato in questo viaggio di crescita e di creazione di una realtà industriale e commerciale che prima non esisteva. Grazie alla nostra squadra, oggi Italian Wine Brands è una realtà riconosciuta, rispettata e apprezzata in tutto il mondo, per le dimensioni, la qualità dei prodotti, l’ampiezza di gamma, la distribuzione e per il fatto di essere l’unica vera public company italiana del vino. Abbiamo mantenuto la promessa fatta al momento della quotazione: quella di diventare un soggetto aggregatore nel frazionato mondo del vino italiano, per competere ad armi pari con i principali competitors mondiali. E abbiamo mantenuto anche la promessa con i nostri azionisti, moltiplicando la capitalizzazione di Borsa. Il nostro viaggio, però, non è finito, ci aspettano ancora tante strade da esplorare, che affronteremo con competenza entusiasmo e voglia di arrivare”.
“Sembra ieri quando Iwb ha avviato il suo percorso - ha commentato Simone Strocchi, consigliere Iwb e promotore con Electa Ventures dell’operazione di quotazione nel 2015 - con l’ingresso in Borsa agevolato dalla nostra innovativa pre-booking company Ipo Challenger. Da allora la Società è sempre cresciuta, sotto la determinata guida di Alessandro Mutinelli, animata da un gruppo di imprenditori e manager sempre più forte e appassionato, nella dichiarata missione di costruire un gruppo vinicolo italiano leader di settore. Iwb è oggi una realtà importante, un’opportunità di investimento per tutti coloro che vogliono condividerne la crescita ed è un esempio illuminante per la formazione di nuovi campioni di industry in settori diversi, che intendano essere promotori di aggregazione di distretti e filiere di eccellenza italiana. Vogliamo, possiamo e dobbiamo sostenere la nascita di altri campioni di impresa sul modello Iwb, favorendo l’incontro costruttivo tra risparmio e progetti imprenditoriali italiani ambiziosi”.

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